12 mesi con Raul Montanari

di Caterina Balducci

Recensioni
12 mesi con Raul Montanari

– Il libro che ti ha cambiato la vita, se esiste.
Solo uno? Forse Lo straniero di Albert Camus. L’ho letto in una notte a 16 anni e mi ha fatto capire cos’è la morte. Ecco, diciamo che il libro è bellissimo ma la vita non me l’ha cambiata in meglio.

– Il libro che non ti ha cambiato la vita, anche se forse avrebbe dovuto…
Ogni anno, come misura di igiene e profilassi contro le malattie del corpo e dell’anima, rileggo Tre uomini in barca di Jerome Klapka Jerome. Non esiste un libro altrettanto divertente e che ti faccia amare tanto la vita. Però chiedergli di cambiarla è troppo.

– Sei d’accordo con Daniel Pennac (Come un romanzo) sul diritto del lettore di non finire un libro?
Il grande Giuseppe Pontiggia diceva di più: ci sono libri da leggere fino in fondo, altri da aprire ogni tanto per leggere solo una pagina, altri ancora che è giusto avere in casa anche se non li leggerai mai… Eppure sono da avere, tutti.

– Il posto più strano dove hai scritto.
In sella alla mia bici, mi sono fermato dietro un’auto in sosta presso un marciapiede e ho scritto su un foglietto una frase che mi era venuta in mente. Dopo un po’ il tizio che stava in macchina è sceso e ha gridato: “Ehi tu! Perché stai prendendo la targa della mia auto?”

– L’orario preferito per scrivere.
Tarda mattinata e primo pomeriggio. Non riesco a chiudere la giornata con la scrittura, ho bisogno di fare qualcosa dopo.

– Inchiostro o tastiera?
Meno male che c’è la tastiera. Quando ero in quarta elementare il maestro mi disse: “Montanari, tu scrivi così male che non farai strada nella vita!”. Come maestro era un disastro, ma come profeta era perfino peggio.

– Carta o digitale?
Lasciamo in pace gli alberi, per quanto possibile. Il digitale è una rivoluzione gentile.

– Facebook o Twitter?
Facebook è molto più interessante e divertente. Tutte quelle foto…

– Non potresti mai scrivere senza…
La musica in sottofondo. Non per ascoltarla, ma perché copre un po’ il casino che fanno i miei vicini.

– Raymond Carver, maestro del racconto, diceva: “Mi piace il fatto che può essere scritto e letto in una sola seduta”, sei d’accordo?
Sì, però è una delle tante frasi che hanno rubato al divino Edgar Allan Poe. Un’altra famosa: “La vertigine non è la paura dell’abisso, è l’attrazione per l’abisso”. Questa gliel’ha rubata Milan Kundera. Leggete Poe!

– Cosa ti piacerebbe portare nel 2013? E cosa lasciare?
Porterei con me tutti i momenti in cui sono stato gentile e giusto con gli altri, pur avendo l’opportunità di fare invece lo stronzo. Lascerei indietro tutte le volte in cui l’ho fatto. Lo stronzo, dico.

– Un messaggio di auguri per il prossimo anno (chi ben comincia…) per gli/le smemorandiani/e.
Non tradite mai voi stessi (non c’è nulla per cui ne valga la pena) e sarete felici quest’anno e anche quello dopo!

Raul Montanari ha pubblicato dodici romanzi, tre libri di racconti, uno di poesie e uno di testi teatrali.
Il suo ultimo romanzo è Il tempo dell’innocenza (Dalai Editore).