
Il cliché vuole che il secondo libro sia sempre più difficile del primo, soprattutto se l’esordio è stato memorabile. A tre anni da “Stelle o Sparo”, opera prima di Nova che ci ricordiamo ancora molto bene, l’autrice abruzzese torna sugli scaffali con 24/7, sempre edita da Bao Publishing, e supera di gran lunga le nostre aspettative. Quanto il suo primo fumetto è intimista e poetico, tanto il secondo è caustico e affilato, immerso totalmente nell’immaginario dei B-movie horror. E si capisce subito che Nova è chi pensa di essere: una che condivide ideali e sogni con i Gremlins e Freddy Krueger, una Regina degli anni Novanta per diritto divino, come si definisce nella bio. Scriverlo, ci dice, è stato molto divertente: “Ho sempre amato questo stile grottesco, ma il primo libro non mi consentiva di usarlo, sarebbe stato fuori registro. Stelle o Sparo è stato un salto nel vuoto un parto difficile e se non fosse stato il primo libro, forse non l’avrei mai disegnato. Ancora qualche anno e sarei stata fuori tempo massimo per una storia così emo. Con 24/7 ho messo a frutto il lavoro fatto e ho sofferto molto meno. Non c’è stata alcuna epifania, sono semplicemente rimasta chiusa in casa durante il lockdown e mi son detta: vabbè, visto che ci siamo, facciamo un fumetto”.
Nasce così 24/7, un survival horror splatter serratissimo che non ci lascia scampo. Il protagonista è Dante – un nome epico per un anti eroe un po’ sfigato che “non ha mai aperto un libro in vita sua”, e infatti il nome è ispirato al protagonista del film “Clerks” – ha meno di trent’anni, è stato mollato dalla fidanzata storica, vive in provincia e ha come massima aspirazione il posto fisso. Finalmente trova un impiego tranquillo come commesso in un supermercato aperto h 24, 7 giorni su 7. La sua vita sembra destinata a una mediocre e noiosa normalità, che per lui è già qualcosa, fino a quando sugli scaffali del discount non finisce una partita di pomodori rigorosamente a km zero, ma contaminati da liquami tossici. Ed è qui che ha inizio l’orrida metamorfosi degli avventori del market in creature mutanti: le porte si bloccano e i commessi si ritrovano ostaggio dei clienti-mostri pronti a divorarli vivi uno ad uno. Perché, dove ogni cosa ha un prezzo, il cliente ha sempre ragione e va soddisfatto a qualsiasi costo.
Nascosta, ma neanche tanto, nelle pieghe del fumetto c’è una potente riflessione sul consumismo che, afferma Nova, la pandemia ha reso più evidente nella trama ma senza fagocitarla. Non c’entrano gli assalti al supermercato a cui abbiamo assistito nei mesi passati, anzi, ci dice Nova, “con la pandemia ho cambiato leggermente il registro rispetto all’idea originaria. 24/7 non è nato per essere uno spaccato della società nell’era del covid. L’unico cambiamento che ho fatto è stato rendere le scene ancora più grottesche. Ho abbandonato un po’ di serietà e ho reso la narrazione più amara, volevo che il lettore potesse cogliere l’attualità in un senso più ampio”. Il consumismo genera mostri terribili, e per raccontarceli Nova attinge a piene mani dagli stilemi dei registi horror più amati e impressi nella memoria collettiva, che gli appassionati del genere non faticheranno a riconoscere. Uno tra tutti, George Romero, che aveva usato gli zombie per mettere in scena una critica feroce contro la società americana degli anni Sessanta, intrisa di razzismo e sconvolta dalla guerra del Vietnam. Nova ambienta il suo fumetto in un supermercato di provincia aperto h24, un non-luogo simbolo della società dei consumi e dei suoi falsi valori – il mito irraggiungibile del posto fisso senza assistenza sanitaria, la dittatura dei beni di consumo a basso costo, l’individualismo sfrenato solo-come-un-cane etc – per esaminare l’alienazione dei personaggi piegati alle sue logiche in modo passivo, quasi inconsapevole. 24/7 nel lessico del BSM – la pratica erotica di dominazione sottomissione – indica il meccanismo in cui chi interpreta il ruolo dello schiavo sceglie di sottomettersi sempre e totalmente al padrone. In questo caso, però, non c’è alcun tipo di soddisfazione nel farlo: tutti i protagonisti del libro sono degli sconfitti, avrebbero potuto fare altre scelte e invece si sottomettono alla società turbo capitalista, annullando la propria identità in cambio di una rassicurante frustrazione.
“Molti di noi – racconta Nova – si sono ritrovati avviliti, invecchiati a causa dell’impossibilità di raggiungere i propri obiettivi professionali. La generazione successiva, invece, vede il mondo così com’è. I ragazzi oggi sono quasi spaventati dal posto fisso, si confrontano con una realtà che non può darti quella cosa lì, e gli sta bene. Sono più energici e consapevoli della società in cui viviamo”. La vera protagonista del libro, infatti, è la generazione dei trentenni che, ci dice Nova, oggi è quella più sfigata: cresciuta a cavallo tra gli ’80 e i ’90 con il mito del benessere a tutti i costi, cullata nelle false prospettive di uno stipendio fisso, di un lavoro sicuro e soddisfacente, si è poi scontrata brutalmente con un sistema lavorativo che ha stravolto le sue aspettative. Anni di studio per ottenere una serie infinita di stage e/o lavori saltuari, per mal pagare la stanza di un appartamento in condivisione e cenare col take away al sapore di cartone. Ben vengano i mostri mutanti di Nova a scuoterci dal nostro torpore, vuoi mettere lo spasso di scappare da un crogiolo pop di paure represse, che vanno dalla vecchia della pubblicità dell’ACE alla bibliotecaria fantasma di Ghostbusters? A salvarci la vita, come sempre, è la ribellione contro il sistema. È sognare “di fare tantissimi soldi, per poi disprezzarli e preferire all’agiatezza economica una vita serena e illuminata nei boschi”, come si augura Nova, l’Eurospin del fumetto italiano.
BIO: Nova nasce nel 1984, come i Gremlins e Freddy Krueger, con i quali condivide ideali e sogni. Regina degli anni Novanta per diritto divino, parla con i cani e con le birre del discount. Grazie alla sua laurea in Belle Arti, ottiene accesso privilegiato a un range variegato di lavori umili e sottopagati e ne approfitta per girare un po’ l’Europa, facendo la cameriera, come nei peggiori cliché delle canzoni indie. Nonostante la vita, si ostina a disegnare e, oltre a innumerevoli autoproduzioni, dal 2013 collabora con il progetto TINALS – This Is Not A Love Song, inizialmente sotto lo pseudonimo di Erbalupina. Sogna di fare tantissimi soldi, per poi disprezzarli e preferire all’agiatezza economica una vita serena e illuminata nei boschi. Grazie al suo stile incredibilmente approssimativo vorrebbe un giorno essere ricordata come l’Eurospin del fumetto italiano.
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