A Sanremo Achille Lauro pija tutto

di Alessia Gemma

Attualità

In diretta dal Festival di Sanremo.

Li ho visti e rivisti tutti. Il mio preferito è Achille Lauro. Per una lunga serie di motivi.

Il Festival non è finito, i cantanti e le canzone in gara apprezzabili sono ancora tanti, non dovrei espormi così tanto ma non mi trattengo.
Achille Lauro pija tutto pe’ me. Ci ho provato a cambiare idea, niente

Quest’anno la stampa, quindi pure io, fa parte della giuria. Il nostro voto, organizzato in un complicatissimo sistema di scatoloni e foglietti, conta il 30%. Voglio quindi essere seria e spiegare perché il mio voto andrà ad Achille Lauro:

1) Porta a Sanremo un po’ di tossicità nichilista che a mio avviso ravviva tutta la situazione

2) Voci di corridoio un po’ isteriche dicono che sia una canzone che parla di droga. Io mi soffermerei sulle canzoni che inducono con il loro carico di noia alla droga… ‘na strage

3) Ha fatto la canzone più innovativa del Festival. Ha rinunciato al trap, ha fatto una scelta più da Ariston. L’arrangiamento spacca, vuoi solo ballare, con la faccia serissima. Ha strategia.

4) Il suo nome d’arte, Achille Lauro, era il suo soprannome prima che diventasse famoso. Achille Lauro era un vecchio e abbastanza ambiguo politico, simbolo di un’Italia scorretta e intrallazzona. Ogni volta che Bisio, Baglioni e Raffaele lo presentano ai telespettatori nei tinelli mi viene da sorridere. È come se continuassero a dire: Signori e Signore ecco a voi Giulio Andreotti che cantaaaa Motociclettaaaa. Achille Lauro, il vero, a Napoli assicurava la fedeltà degli elettori monarchici regalando la scarpa sinistra prima del voto e consegnando la destra solo ad elezione avvenuta… Direi che l’unica cosa che accomuna i due Achille Lauro forse è la parola scarpa: “La scarpa me la so’ sudata, se costa tanto che ce posso fa?” dichiara il cantante in un’intervista all’Huffington Post.

5) Ha 28 anni, un sacco di vita alle spalle, che per positiva o negativa che sia stata è comunque già un romanzo interessante

6) Sta antipatico ai più anziani per i tatuaggi sul viso, per l’abbigliamento, per le occhiaie, perché strascica le parole, perché se ne frega, perché è triste

7) Mi piace perché è un dandy e il suo motto pare essere proprio “Épater la bourgeoisie” (“stupire la borghesia”). A guardarlo bene bene è un po’ il Charles Baudelaire de noantri:

“Il dandismo appare in periodi di transizione in cui la democrazia non è ancora del tutto potente e l’aristocrazia ha appena iniziato a vacillare e cadere. Nei disordini di momenti come questi alcuni uomini socialmente, politicamente e finanziariamente a disagio, ma assolutamente ricchi di un’energia innata, possono concepire l’idea di stabilire un nuovo tipo di aristocrazia, ancora più difficile da abbattere perché basata sulle più preziose e durevoli facoltà e su doni divini che il lavoro e il denaro sono incapaci di donare”.

Il pittore nella vita moderna di Charles Baudelaire (1863)

Se l’avete capita è lui, paro paro.

8) È un borghese di strada. Credo immagine attualissima di una generazione.

9) Perché il suo pezzo spinge tutto all’eccesso, all’estremo.

Sdraiato a terra come i Doors
Vestito bene via del Corso
Perdo la testa come Kevin
A ventisette come Amy
Rolls Royce
Si come Marilyn Monroe
Chitarra in perla Billie Joe
Suono per terra come Hendrix
Viva Las Vegas come Elvis
Oh Rolls Royce
No non è vita è Rock’n Roll
No non è musica è un Mirò
(…)

Rolls Royce, Achille Lauro

9) Mi piace perché comunque al Festival di Sanremo per uno devi tifare ché se ti distrai vince Il Volo e tu sei complice.

Dio ti prego salvaci da questi giorni
Tieni da parte un posto e segnati sti nomi.


Rolls Royce, Achille Lauro