Alessio Bernabei: “Voglio raccontare l’importanza di amare se stessi”

di Irma Ciccarelli

Le Smemo Interviste

La promessa più bella e più fragile che qualcuno possa fare: esserci. Alessio Bernabei giura a se stesso e alle persone che ama di essere presente e lo fa mettendo in musica le parole nel nuovo brano dal titoloEverest”.

“E io ci sarò ed avrò cura di te. Quando odierai il mondo e non ti sentirai giusta. Buttarsi in questa vita è come l’Everest. Sarò il paracadute che non vuoi indossare. Ma io ci sarò se avrai bisogno di me”.

Una canzone come testamento da lasciare a noi stessi quando le difficoltà della vita e la falsità dei sorrisi degli altri ci fanno sentire fuori luogo e anche un sogno, il nostro sogno, sembra effimero.

A volte, capita, magari per orgoglio, si rifiuti qualsiasi tipo di aiuto sia dagli altri che da noi stessi, annebbiando quello che sono le nostre emozioni.

Ma sono loro, quelle sensazioni, che ci costringono a guardare allo specchio e a scalare il nostro Everest e prendersi cura di noi e delle persone amate.

Everest è la mia promessa, la tua, la sua, la nostra, la vostra, la loro.

Everest è la nostra vita e giuriamoci di esserci, sempre.

Alessio Bernabei, l’intervista

“Everest” è il titolo del tuo nuovo singolo. Cosa vuoi raccontare e lasciare a chi lo ascolta?

Voglio raccontare l’importanza di amare se stessi, ma Everest è anche una promessa, quella di essere presente per le persone importanti nella propria vita.

In cosa, artisticamente, ti senti maturato?

Sono maturato? La strada è molto lunga ma in questo momento mi sento sicuramente più consapevole rispetto al passato.

Secondo te, anche magari pensando al tuo percorso, i giovani sono tutelati nel modo giusto nell’ambiente musicale?

Hanno sicuramente la possibilità di esprimersi al meglio grazie alle piattaforme e ai canali odierni ma è un mondo difficile e l’importante è essere sempre se stessi.

Alessio Bernabei

Cosa ti senti di suggerire a ragazze e ragazzi che vogliono intraprendere un percorso artistico?

Di rimanere se stessi e fare quello che il cuore dice loro.

Di cosa, secondo te, si parla ancora poco a scuola?

Di bullismo e cyber bullismo. Bisognerebbe stare attenti al mondo de web perché potrebbe essere un’arma molto pericolosa.

Qual è la tua più grande paura in questo momento? E cosa stai facendo per affrontarla?

La mia più grande paura è legata al tempo che scorre e che non si può fermare. Sto cercando di godermi ogni singolo instante di questa vita.

Che tipo di studente eri alle Superiori?

Sono stato uno studente da 7, purtroppo dopo mi sono reso conto che avrei anche potuto fare di più ma la mia politica era “minimo sforzo, massimo risultato”.

Ci racconti il periodo più bello legato alla scuola? Che sia elementari, medie, superiori?

Non ce n’è uno in particolare. Per me il periodo della scuola è in generale stato sempre felice perché avevo la mia routine quotidiana e non vedevo l’ora di suonare con i miei amici dopo pranzo in garage.

E quello più brutto, qual è stato? Come lo hai affrontato?

Il momento più brutto è legato all’ansia di dover recuperare ordinariamente l’insufficienza in matematica entro la fine dell’anno per evitare il debito.

Quale frase di una tua canzone ti piacerebbe vedere sulla Smemoranda?

“Sarò il paracadute che non vuoi indossare”, da Everest.

Cosa ti auguri?

Mi auguro di riuscire ad essere sempre in contatto con la mia compagna più fedele: la musica