
Ecco un altro figlio del lockdown: il video di Are You Real? (con il punto di domanda finale) musicista veneziano di un pop soave e sognante. Ha fatto in questi mesi di blocco, la rilettura di un brano della band elettronica tedesca The Notwist, buttato fuori tramite la sua Beautiful Losers Records pochi giorni fa. Si tratta di Consequence, pezzo algido, molto diverso dalla musica fin qui fatta da Are You Real?, una vera e propria sorpresa per chi lo segue da qualche anno.
Che sia il presupposto di una svolta nel suo fare musica? La qualità, anche del video, è alta. Del resto Are You Real? ha da sempre portato avanti il discorso di videomaker oltre che di musicista. Questo è il frutto maturo degli ultimi anni di lavori di Are You Real?
L’intervista a Are you real?
Smemoranda: Come è nata questa rilettura dei Notwist?
Are you real?: L’ho registrata durante il lockdown. Forse è stato quel clima di chiusura che mi ha spinto verso un’interpretazione così intima. L’ho spogliata di tutto, cercando di trovarne l’anima e farla mia. È uscita una versione che mi sembra aggiunga qualcosa all’originale. E soprattutto fa da ponte tra i miei vecchi pezzi e i nuovi a cui sto lavorando, che appartengono ad un mondo più elettronico. Così ho pensato di farne una release ufficiale, con artwork e video. Ero preoccupato all’idea di profanare un gruppo osannato come i Notwist, ma finora sembra sia piaciuta molto. Questo pezzo ha una dolcezza e una malinconia che sento vicine.
Come e da chi è stato realizzato il video?
L’ho fatto io, montando alcune mie riprese e altre riprese trovate in rete, estremamente rielaborate. Volevo mostrare le immagini che avevo in testa cantando. Ma in qualche modo si è creata una catena sensata, che sembra descrivere tre dimensioni della realtà: naturale, antropica, virtuale. Che poi, forse, sono solo tre livelli dell’umano. Credo comunque che il video sia molto importante per questo brano, aggiunge qualcosa, lo completa.
Potrebbe essere il pezzo di un nuovo disco? …o è “solo” un singolo?
È un singolo. Nel mio prossimo disco ci saranno tutti pezzi originali. Ma avranno in comune con questa cover la dimensione in bilico tra acustico ed elettronico. E anche il rapporto importante col video. Sto riflettendo su come si scopre, si ascolta la musica, oggi. Spotify, Instagram, Youtube hanno sgretolato l’album e dato maggiore importanza alle componenti visive di un progetto. Credo sia importante ragionare come artisti multimediali, ormai, più che come semplici musicisti.
Come se la passa la musica indie oggi?
Il lockdown e l’interruzione dei live sono stati eventi imprevisti e difficili. Si può senz’altro dire che è una fase di crisi. Devo dirti la verità? A me queste fasi di crisi piacciono. Traballano i vecchi sistemi, certi poteri si rivelano più fragili di quanto si pensasse. Cambiano le carte in tavola, può emergere qualcosa di diverso. Non credo a chi dice che la musica è in crisi. Il business è in crisi. La musica, finché ci sono musicisti che se la sognano di notte e persone che hanno bisogno di ascoltarla, sta bene.
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