Ce lo dicevano anche I cani, che i cattivi, spesso, “non sono cattivi davvero”. Loro si riferivano ai film di Wes Anderson, ma anche nei telefilm, (non necessariamente di Wes Anderson) di antieroi ne abbiamo visti parecchi. E tra tutti gli antieroi, ce n’è uno che è diventato una specie di stereotipo: il killer buono. O meglio, il killer riluttante. Che è esattamente il protagonista di Barry.
Ci sono diverse serie di grande qualità firmate HBO che stanno arrivando a essere doppiate in italiano solo negli ultimi mesi. Tipo, Barry è del 2018, ma oggi la possiamo ascoltare nella nostra lingua. Che è un bene, perché allarga il pubblico di una serie divertentissima, della quale per adesso vediamo in ritardo le prime due stagioni, ma che ha già vinto decine di premi tra Emmy e Golden Globe, e dovrebbe essere già alla quarta stagione, non si fosse messo di mezzo il virus, il lockdown hollywoodiano e tutto quello che ben sappiamo.
Barry, dicevamo, è lo stereotipo del killer che fa il killer, ma non perché gli piace. La sua passione, lo scopre presto, è un’altra: recitare. Il che porta Barry nel campo delle meta-serie, quelle che ti fanno vedere insomma un attore che fa l’attore, o meglio, in questo caso impara a fare l’attore in una scuola di recitazione. Ovvio che la lievissima contraddizione tra i due stili di vita di Barry presto crea una serie di nodi che vengono velocemente al pettine.
Barry: risate, lacrime, omicidi
Ora, è chiaro che Hollywood ha una certa capacità di attrarre talenti del mondo diciamo creativo, perché, vabbè, è Hollywood. Però è difficile non rimanere stupiti di fronte alla qualità della scrittura di certe serie. Barry è a tutti gli effetti una commedia, però oscura, con momenti anche piuttosto crudi e altri infinitamente tristi. Eppure rimane sempre una commedia, e questi cambi di tono non sono mai stridenti, non riescono mai a minare la credibilità del personaggio. E questo, c’è da dire, è merito anche dell’attore protagonista, Bill Hader, che con la sua, come dire, elasticità espressiva riesce a dare conto di tutti i sopra citati cambi di tono, e credo anche si diverta un bel po’. Per fortuna, noi che guardiamo ci divertiamo con lui.
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