
Nomi strani, da teppista di film avventuroso il primo, da cantautore classico il secondo, poi un titolo così lungo e ricco di suggestioni magiche e surreali. In realtà Canio è un originale cantore di origini lucane, che scrive e canta in un moderno napoletano, Alessandro un musicante che usa l’organetto per melodie folk-rock psichedeliche con inserti loops elettronici. Si sono incontrati, hanno viaggiato per proporre la loro musica, e alla fine ne è uscito questo disco.
Tredici pezzi più la bonus track in coda, riproposizione all stars (Peppe Servillo, Maria Pia De Vito, Rocco Papaleo, Lello Voce, Francesco Forlani) del brano che apre in maniera surreale il disco, “Ballata dell’ipocondria e del vibrione innamorato”. In mezzo “Sona campana” passionale e ben ritmata con chitarra acida, “Quasi fosse amore”, l’unico pezzo in italiano, cantato in coppia con Erica Boschiero, suggestivo come i primi La Crus, “Ferrarella”, passionale nel cantato e nelle parole, l’organetto mai così magico, “T’aspetto cca’” commovente/sentimentale senza essere sdolcinato, con intro d’organetto che vale il pezzo, “Uva spina” perfetto dialogare tra voce e organetto, con una chitarra psichedelica molto Robert Plant, “Quello che rimane”, geniale racconto di un amore finito cantato in modo implacabile voce/chitarra/organetto (assolo di questo tristissimo).
Anche dvd con video di Antonello Matarazzo, un ricco libretto pieno di foto e testi di molti amici artisti (da Emanuele Curti a Sonia Bergamasco, Maria Pia De Vito, Gilda Policastro, Andrea Satta, e tanti altri), che rendono ghiottissimo questo cartonato con la simpatica paperella in copertina. È un prodotto di squi[libri], si vede (e sente). È fatto per durare…
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