
È un periodo complicato quello che stiamo passando: “io resto a casa” è l’ultimo decreto con cui il governo italiano ha dato una stretta alle misure per contenere la diffusione del coronavirus.
Si devono evitare gli spostamenti in tutto il Paese, i bar e i ristoranti possono aprire solo dalle 6 alle 18, le scuole sono chiuse così come teatri, i cinema, i musei e le biblioteche, i concerti e i vari eventi pubblici vengono rimandati.
Perché le misure abbiano i risultati sperati, tutti devono fare la propria parte restando a casa e facendo attenzione alle regole igieniche. Non poter uscire significa però anche non avere molti impegni e capita di finire a passare la giornata davanti alla tv o scorrendo i giornali e i social e di sentirsi un po’ scoraggiati davanti al tam-tam di aggiornamenti sul COVID-19.
Per fortuna, ci sono anche delle storie che ci danno coraggio e ci ispirano a sostenerci l’un l’altro, come quelle che abbiamo raccolto qui.
Mi prendo cura del mio vicino
La solidarietà è fatta di piccoli gesti come questo: c’è chi ha appeso un cartello nel proprio condominio, offrendosi di andare a fare la spesa gratuitamente per un vicino di casa che ha bisogno di aiuto. Magari un anziano o qualcuno che già prima dell’emergenza viveva una situazione complicata e oggi si trova ancora più in difficoltà.
Il bello è che l’iniziativa è partita dalla gente e solo dopo adottata dalle istituzioni. Ora è stata battezzata “Mi prendo cura del mio vicino” e rilanciata dall’assessore milanese Pierfrancesco Maran con un volantino dedicato: “Non esitiamo a contattare i vicini che conosciamo e pensiamo possano avere bisogno – ha fatto sapere – magari gli serve qualcosa o comunque una parola buona fa sempre piacere, è il senso della campagna. Tutti, istituzioni, imprese e cittadini, possiamo fare la nostra parte per aiutare gli altri in questa difficile situazione“.
Basta davvero poco per sostenerci l’un l’altro: puoi fare anche tu la tua parte, ricordando di mantenere le distanze consigliate e di seguire le linee guida.
Il messaggio di Katya
Si chiama Katya Imbalzano e il toccante messaggio che ha scritto a suo papà sta facendo il giro del web.
Lei si trova in Lombardia, dove abita da anni e fa la maestra di matematica alle scuole elementari, e ha spiegato al padre perché non può raggiungerlo in Calabria dove vive.
“Non pensare che non ti ami…ti amo talmente tanto che ho deciso di starti lontana – ha scritto su Facebook, postando una foto con il papà – Mi dici che stai bene e stai prendendo tutte le precauzioni necessarie… e va bene così…. Ti amo a distanza“.
Ha aggiunto l’hashtag #CiRiabbracceremoPresto, già usatissimo, e la sue parole responsabili e speranzose sono un esempio da seguire.
I tanti grazie a chi lavora nella sanità
Dottori, infermieri e personale sanitario si stanno impegnando senza sosta per far fronte all’emergenza coronavirus.
Un ringraziamento non basta per applaudire il loro lavoro, ma è comunque bello sapere che in tanti stanno lasciando messaggi di vicinanza e di stima, che sicuramente hanno un risvolto positivo sul morale dei professionisti del settore medico.
All’ospedale Maggiore di Parma, per esempio, sono comparsi dei bigliettini che recitano: “Grazie servizio sanitario. Grazie medici. Stiamo uniti e ne usciremo, coraggio. Siamo una grande Italia“.
In provincia di Cremona, davanti all’ospedale Oglio Po, campeggia uno striscione con un grande grazie, insieme a tanti post it che danno forza: “Andrà tutto bene“.
“Siete voi gli eroi veri – è invece il messaggio che si legge su uno striscione appeso fuori dall’ospedale Papa Giovanni di Bergamo – Onore a medici e infermieri“.
Il bel gesto dei tifosi dell’Atalanta
I tifosi nerazzurri non hanno potuto seguire la propria squadra a Valencia, dove l’Atalanta ha giocato per gli ottavi di finale di Champions League.
Avevano già acquistato il biglietto per la partita, quando è arrivato il divieto agli spostamenti: ecco allora che 1200 tifosi della Curva Nord hanno deciso di devolvere il rimborso del biglietto all’ospedale di Bergamo. In totale, sono 60mila euro che vanno al Papa Giovanni.
“Dovevamo vivere una delle serate più belle della nostra storia, invece questa situazione di emergenza fa passare in secondo piano tutto, perché in queste settimane, nella nostra città e provincia, ci sono degli eroi che stanno affrontando questo momento, lavorando con mezzi insufficienti e turni massacranti per la salute di tutti. Ecco perché abbiamo deciso di devolvere all’ospedale di Bergamo la somma dei nostri biglietti” ha fatto sapere la pagina Sostieni la Curva su Facebook.
Niente sprechi
Con la chiusura delle scuole, sono ovviamente chiuse anche le mense scolastiche. Molti alimenti erano però già in dispensa pronti per essere cucinati e serviti: cosa fare con gli avanzi di cibo?
Da ogni angolo dello Stivale arrivano storie di solidarietà: i comuni di Cesena, Rimini e Firenze hanno redistribuito i pranzi attraverso la Caritas.
Anche Trento e altri comuni vicini hanno donato 10 quintali di alimenti ai senza tetto e alle famiglie bisognose, così come hanno fatto Milano, Busto Arsizio e altre città.
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