Il presidente del Comitato Tecnico Scientifico (Cts) Silvio Brusaferro auspica una non troppo lontana riapertura definitiva dopo un anno di aperture parziali e chiusure, definendo la scuola una “priorità”. Ma siamo sicuri sia davvero così?
Scuola e riaperture dopo Pasqua
A meno di improvvisi colpi di scena, dopo Pasqua tutte le scuole italiane fino alla prima media dovrebbero riaprire i battenti, indipendentemente dalla “zona” di appartenenza (arancione o rossa).
“Il ministro Bianchi sta lavorando perché avvenga in modo ordinato” ha affermato il Presidente del Consiglio Mario Draghi nella conferenza stampa del 26 Marzo.
Si è vociferata anche un’idea dello stesso Ministro dell’Istruzione Bianchi, poi parzialmente smentita da Draghi, di far effettuare tamponi rapidi il giorno della riapertura e di ripeterli a cadenza regolare; la smentita del Premier riguarda la sua “praticità globale”, ossia a tutte le scuole, ma conferma che “in alcuni casi sarà possibile effettuare il test in questo modo”.
Cts e Scuola: riaprire definitivamente
Il presidente del Comitato Tecnico Scientifico (Cts), Silvio Brusaferro, ha annunciato che la crescita della curva si è arrestata e che dalla prossima settimana ci si aspetta finalmente un calo.
Ciò non comporterà però il ritorno della zona gialla, momentaneamente “abolita” in via precauzionale a causa dell’incidenza delle varianti del virus.
Nonostante quindi le restrizioni attuali (zona arancione e zona rossa) rimarranno probabilmente identiche per tutto il mese di Aprile, forse si iniziano ad intravedere segnali positivi per il fronte scuola.
Brusaferro, in un’intervista per il Corriere della Sera, ha dichiarato che “la scuola è sempre stata una priorità, non solo in Italia. Anche l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) ha attivato un tavolo di lavoro su questo tema.”
Cosa gioca a favore della riapertura della scuola?
Da un lato l’età, come afferma il presidente del Cts: oggetto di dibattito internazionale è il fatto che “nelle fasce più giovani l’infezione circola meno e c’è minore rischio di trasmissione agli adulti”.
Dall’altro lato, la vaccinazione del personale scolastico è sicuramente “un ulteriore fattore favorevole ad una riapertura permanente. Si spera di non dover più tornare indietro.”: ad oggi le vaccinazioni (considerate come almeno una dose somministrata) del personale scolastico hanno raggiunto oltre 900.000 unità, ossia il 60% del totale (1.500.000 circa).
Non sarà però, chiaramente, un “tana libera tutti” neanche quando la riapertura sarà definitiva: servirà infatti “uno stretto controllo sulle attività che girano intorno alla scuola, prima e dopo”.
La scuola è davvero una priorità?
Riapertura definitiva o meno, in un anno la scuola più che una priorità è stata un argomento di dibattito centraledall’inizio della pandemia.
Chiunque abbia avuto l’occasione ha dato una sua interpretazione ed una sua visione, schierandosi a favore e contro le chiusure, a favore e contro la ex Ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina, a favore e contro la Didattica A Distanza (DAD).
Tutte le misure adottate da Marzo 2020 a oggi sono state lodate e criticate, talvolta anche ridicolizzate come i famosi banchi con le rotelle.
Dopo un anno, siamo nella stessa identica situazione, se non peggiore: abbiamo finalmente mostrato a tutto il Paese l’enorme gap tecnologico tra le varie fasce famigliari; abbiamo scoperto un corpo docente impreparato ad utilizzare i PC per fare lezione, chiaramente non per colpa dei docenti ma perché non si è mai adeguatamente investito nella loro formazione digitale; abbiamo frastornato i nostri ragazzi e le loro famiglie con misure, contromisure, provvedimenti, cambi di direzione.
E parliamo davvero di priorità? Abbiamo dovuto aspettare una pandemia per far finalmente parlare di scuola in Italia, chissà cosa dobbiamo aspettare per farla diventare effettivamente una priorità.
E chi ci rimetterà, alla fine di tutto, saranno solo ed unicamente i nostri studenti.
Lascia un commento