Crysis 3

di Michele R. Serra

Recensioni
Crysis 3

Prophet è un tipo che, già prima di diventare tutt’uno con la sua armatura piena di nanotecnologie ultracibernetiche, non avresti mai voluto avere contro. Figuriamoci adesso che è diventato una specie di incrocio tra Iron Man e Predator, grazie alla sua nanotuta (si chiama così, giuro) mortale. Per fortuna che Prophet, più o meno, è buono. Anche se a vederlo non si direbbe.

Questo Prophet, il protagonista di Crysys 3 e degli altri episodi della saga, altro non è che un supersoldato. Cioè praticamente il più diffuso protagonista-di-videogiochi dell’ultimo decennio. Non si capisce perché, ma evidentemente le case di produzione sono convinte che chi gioca non desideri altro che trasformarsi in una specie di mix tra Schwarzenegger e Superman, una macchina da guerra su gambe il cui unico pensiero è far fuori i nemici. Siano alieni, zombi, mutanti, scherani di qualche mega corporation eccetera. Forse non hanno tutti i torti, eh. Visto il successo di questo genere di videogiochi, non è così sbagliato pensare che il supersoldato tira.

Vabbè, tornando a Crysis 3. La storia: prima i supersoldati erano due; adesso Psycho, l’amico di tante battaglie, è stato privato della sua nanotuta e quindi delle sue abilità superumane. Però continuerà ad aiutarvi nelle vostre missioni: una presenza utile al gioco, che vi darà una mano a combattere e a superare situazioni difficili, ma anche alla storia, perché difficilmente potrete ignorare l’ambivalenza del vostro partner, da una parte amico fidato, dall’altra invidioso della vostra superpotenza. Tutto ciò per dire: bel lavoro della software house americana Crytek, non solo sulle mega-armi e sugli alieni mostruosi, ma anche sui personaggi.

Dimostrato ancora una volta che sì, far fuori i cattivi è divertente nei videogiochi, ma se ci metti intorno delle storie che ti danno qualcosa in più, l’esperienza ne guadagna enormemente.

Il motivo per cui si gioca a Crysyis 3? Comunque non è la storia, beninteso. Ma il piacere di liberarsi dei nemici grazie ai superpoteri della nanotuta, che comprendono tra le altre cose una specie di invisibilità alla Predator. In definitiva, se sei Prophet ti senti un figo, che poi è l’unica cosa che conta in un gioco così.

Mica un prodotto rivoluzionario che cambierà la storia del videogame, ma… è un po’ Call of Duty, un po’ Metal Gear Solid, un po’ Dead Space. Tutto miscelato con grande tecnica.

Si capisce che chi ama gli shooter in prima persona, difficilmente riuscirà a posare il joypad prima di averlo finito. Potete farcela in un paio di sessioni, se siete accaniti.