Io vi devo dire una cosa: San Valentino e Cupido non sono la stessa persona. No no.
Ho sempre creduto che quello che rompesse le scatole il 14 febbraio fosse quell’essere cicciotto, con le ali, che svolazzava a pisellino fuori rendendoci rincoglioniti con delle frecce piene d’amore. Cupido, l’amico di Pollon la drogata. Per intenderci. E invece no: il capo del 14 febbraio è San Valentino, che ha un look molto più morigerato e che fa un lavoro e una vita diversa da quello di Cupido.
Cupido è Romano de Roma, San Valentino è di Terni: dunque uno è di città, l’altro è un provinciale. Per questo Cupido è più emancipato e moderno: lui è dio dell’erotismo, come si evince anche dal look. Vi dico che pare che il padre fosse Caos (quello che ha dato origine a tutti i casini del mondo); è amico di Eros il greco (che oggi però se ne frega un po’ dell’amore perché c’ha problemi seri economici e pare sia diventato un black bloc).
A vederlo in un ritratto Cupido si direbbe gay, ma forse è solo molto sensibile! Cupido lavora in discoteca, prevalentemente. San Valentino lavora in strada, invece. Perché Lui è un venditore di rose, uno dei tanti che vedete ed evitate, uno di quelli capaci di venire al vostro tavolo mentre state mangiando DA SOLI una pizza e guardarvi per ben 15 minuti con gli occhioni lucidi ripetendo di comprare una rosa mentre voi affondate la faccia nella mozzarella sbiascicando “no grazie, no… no… noooooo, porco…”
Ebbene sì, questo è San Valentino. Lo dice pure wikipedia:
“Un giorno il vescovo, passeggiando, vide due giovani che stavano litigando ed andò loro incontro porgendo una rosa e invitandoli a tenerla unita nelle loro mani: i giovani si allontanarono riconciliati.”
Ora sta a voi scegliere se credere in uno che lancia frecce in faccia rendendovi ogni giorno più vogliosi di sensazioni fisiche che potrebbero non arrivare mai, e riducendovi a esseri in cerca di sesso-senza-amore (anche dal panettiere) o se giurare fedeltà a un altro che vi ferma in strada mentre state finalmente litigando con la persona che non sopportate più, costringendovi non solo a compare una rosa ammosciata ma anche e soprattutto alla (noiosissima) riconciliazione eterna.
Io mi sa che oggi me ne sto a casa. Temo d’imbattermi in questi due prepotenti dell’amore che vogliono solo vendermi peluche e cioccolatini.
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