Sono i comici più amati d’Italia. Ma ieri chi erano, come andavano a scuola, che voti prendevano, quante volte bigiavano?
Oggi per Smemoranda intervisto Debora Villa, attrice nata e cresciuta a Pioltello (Milano), che riesce sempre ad alternare ruoli comici o di conduttrice brillante, a ruoli drammatici in fiction tv. Significative e importanti sono state le sue partecipazioni a Camera Cafè, Alex & Co., le Iene, Così fan tutte, Zelig, Colorado, Pechino Express, Glob, Lilit, Benvenuti a Tavola, I Cesaroni.Paolo Rossi, Diego Abatantuono, Massimo Boldi, Biagio Izzo, Aldo Giovanni e Giacomo, Ricky Tognazzi, Stefania Sandrelli, Elena Sofia Ricci, Claudio Amendola, Enrico Bertolino, sono solo alcuni dei grandi artisti con cui Debora ha lavorato.
Che scuola hai fatto?
Elementari medie e superiori, poi mi sono fermata se no diventavo troppo colta. Essendo già molto intelligente avevo paura di perdere gli amici…(ndr: ride e io pure).
A scuola eri una da primo, secondo o ultimo banco?
Ero assolutamente da ultimo banco, già dalle elementari. E proprio per questo finivo sempre nel primo… quello attaccato alla cattedra.
La materia che amavi di più? E quella che odiavi di più?
A me mi piaceva tanto l’itagliano e odiavo la geografia.
Nella tua vita da studentessa, qual è stato l’anno peggiore? E il migliore?
L’anno migliore è stato quello successivo la fine della scuola. Il peggiore l’ultimo anno delle superiori. Ho fatto un esame pessimo sapendo tutto! Un disastro di ansia.
Eri una che copiava o una che passava?
Tutti e due. Si suggerisce sempre a una compagna in difficoltà. Purtroppo non viene mai ricambiato il favore. Maledette.
C’è un prof oppure una prof che è entrato/a spudoratamente nel tuo cuore? E uno o una che ti ha fatto molto male?
In terza superiore mi ero innamorata di un supplente, una cotta coi fiocchi. Assomigliava a Massimo Troisi e ho detto tutto! Le più antipatiche erano due cielline che avevano fatto il ’68 all’oratorio. La peggior specie. Violente nel profondo. Convinte di essere la rappresentazione di Dio sulla terra… un incubo…. anzi due…
Quando eri tra i banchi di scuola sapevi già che avresti fatto la comica di mestiere? Se no, che mestiere sognavi di fare?
Diciamo che ne combinavo di tutti i colori di più non posso dire.
Chi è il compagno di scuola che non dimenticherai mai?
Beh, le mie compagne del cuore: Sabrina, Simona e Romina. Ci siamo riviste dopo 25 anni e siamo ancora in contatto. Ancora oggi abbiamo riso alle lacrime ricordando aneddoti del passato.
Come sono secondo te gli studenti di oggi?
Esattamente come quelli di ieri e quelli di domani. Non si possono giudicare od omologare. Ogni volta che si diventa adulti si diventa come gli adulti di ieri che, quando eri studente tu, ti dicevano che a confronto eri un disastro. Ogni generazione lo ripete a quella successiva. I giovani sono pazzeschi. Li amo tutti… anche quelli che odio! Più chiara di così…
Cosa stai portando in scena oggi? Di che parla il tuo spettacolo?
“Gli uomini vengono da Marte le donne da Venere“, un adattamento del libro di J. Gray, scritto con G. Donini e A. Midena. Blablabla (risata) blablabla (risata). Venitelo a vedere, ve lo consiglio.
Che consigli ti senti di dare ai ragazzi che affronteranno la maturità nel 2020?
Dateci dentro. Studiare è una palla, ma vi forma la personalità. Studiate soprattutto se odiate farlo. O rimarrete indietro, non permettete a nessuno neanche a voi stessi di lasciarvi indietro!
Com’è stata la tua maturità?
Un disastro, ero in ansia totale. Avevo preparato una tesina. Su Proust, Joyce… sapevo tutto! Ma l’ansia gioca strani scherzi e credevo mi facessero domande a trabocchetto, rispondevo in maniera letterale senza elasticità mentale… sono uscita con 42. Avrei potuto fare decisamente meglio.
Che voto ti dai per tutto quello che hai fatto, fai e farai?
Oddio, i votiiiii noooooo! Mi do un 10 per tutto. Ce l’ho messa tutta, non è stato facile. Me lo merito!
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