Dischi per far sbocciare la primavera 2021

di L'Alligatore

Recensioni

Yo Yo Mundi – La rivoluzione del battito di ciglia

Gli Yo Yo Mundi sono tornati con un disco di gioia e rivoluzione, uscito sul finire del 2020 (ne avevamo proprio bisogno) emblematicamente intitolato La rivoluzione del battito di ciglia. Un disco nato tramite un crowfunding di buon successo, a dimostrazione che in trent’anni di carriera hanno ben seminato e sono stati ripagati dall’affetto dei loro fans. Canzoni d’autore a tratti rock, a tratti folk, per propagandare un cambiamento gentile, ma netto e senza fare sconti a nessuno. Ogni pezzo sembra già un classico al primo ascolto, con il buon Paolo Enrico Archetti Maestri a cantare le sue canzoni con la chitarra acustica e una serie di amici, oltre la band YYM, a creare emozioni: Marino Severini dei Gang che canta in “VCR” (la Valle che Resiste) la mia canzone preferita, Chiara Giacobbe arrangiamenti d’archi e violino in molti pezzi, il sassofono magico di Maurizio Camardi, e poi fisarmoniche, chitarre elettriche, piano, ghironda e duduk… Magie della grande musica d’autore di casa nostra.

Marco Franzoni & Manuele Zamboni – La signora Marron

La signora Marron di Franzoni & Zamboni è un disco cantautorale classico fatto oggi. Nove canzoni originali più la cover di “Vincenzina e la fabbrica” … sì, proprio quella. Dovreste sentire che versione rock stile Calexico hanno fatto dello storico pezzo di Jannacci: una canzone che avanza maestosa e fiera (da pelle d’oca). Ma tutto il disco è così, intenso e curato. Pezzi malinconici, pezzi allegri, a volte cantati insieme a volte in solitaria da uno dei due, con chitarre, fiati e molto fiato, qualche organo, qualche piano, un sacco di ritmo e molte parole. Durante l’intervista sul mio blog è uscita una definizione che calza a pennello per “La signora Marron”: una cosa divertentissima che scorre come il tempo, allegra ma non troppo. Registrato al BlueFemme Rec, Edizioni Senza Vento di Omar Pedrini, un vinile dalla Brescia dell’indie rock più vero.

AGA – Dream On

Elettronica tantrica made in Romagna quella di AGA (Alessadro “Gomma” Antolini), uscito a fine 2020 con questo Dream On. Bella squadra in fase di produzione: da Franco Naddei di Cosabeat Studio a Gianluca Lo Presti di Loto Studio 2.0 e Stefano Casti. Sette brani per ventitré minuti di musica che come in un sogno si dilata. Pop cantautorale danzereccio, da disco più alternativa d’Europa con rimandi ai Cure e agli U2 meno modaioli, ai primi Timoria, in queste notevoli canzoni cantate in modo originale in italiano. Una specie di concept-album onirico sull’amore, “una storia d’Amore tra due persone che sognano il loro stare insieme in una situazione non favorevole”, mi ha detto lui nell’intervista sul mio blog. Facile pensare al lockdown, ma non è così semplice. Provate ad ascoltare questo AGA.

Cristallo – Piano B

Ritorna Francesca Pizzo, già in arte Melampus ora Cristallo. Ritorna sotto questo nome (progetto solista partorito da un paio di anni), con un Ep, uscito sul finire del 2020. Si intitola Piano B, perché sono solo cinque canzoni, che se non ci sarebbe stata la pandemia sarebbero state di più e allora sarebbe uscito un Album, il piano A di Francesca. Solo cinque canzoni, ma che dimostrano già di che pasta è fatta e che musica ci proporrà nei prossimi anni: rock cantautorale femminil/femminista, indie-pop con venature elettroniche, una bella voce che ricorda le grandi voci della nostra canzone. Black Candy Produzioni, una delle regine della produzione alternativa italica a garantire per lei. E se non vi basta, garantisce anche l’Alligatore.

Oremèta – Saudade

Ecco un altro disco figlio del primo lockdown, questo esordio dei romani Oremèta intitolato Saudade. I tre ragazzi, abitanti in un palazzo a Ostia Lido, si sono trovati chiusi lì, vicini, e hanno pensato che la cosa migliore da fare fosse scrivere, cantare, suonare queste canzoni. Pezzi di autentico nuovo rap in buona parte, con anche dei brani carioca, come fa capire il titolo dell’album che è pure una delle dieci canzoni dell’album. Storie di lotta e immigrazione, storie di lockdown con un fitto dialogare tra una nipote e la nonna divise in questo periodo, storie tristi e storie allegre. Citano il Galeano di “Le vene aperte dell’America Latina”, mettono in copertina la mitica R4, fiammante rossa, dello zio della cantante del gruppo, con loro tre davanti come volessero partire per un viaggio. Ottime idee messe bene in musica. Aspettiamo altre cose dagli Oremèta.

Daniele Sollo – Order and DisOrder

Altro interessante esordio quello di Daniele Sollo con Order and DisOrder, cd dalla bellissima copertina con orientaleggianti momenti di eros. Non a caso la sua ispirazione è Wilhelm Reich, le teorie dell’ordine e del disordine, strettamente legate come le sei composizioni dell’album fanno capire. Sei pezzi per tre quarti d’ora di musica, dilatati/dilatanti, con due strumentali (in coda la nota “Pavane in F# minore” di Gabriel Faurè) e molto pathos. È essenzialmente e semplicemente musica prog, quella prodotta dal bassista napoletano, con momenti di rock, jazz, fusion, pezzi da telefilm anni Settanta/Ottanta. Il basso protagonista, ma anche le tastiere, le chitarre, i tamburi… Accanto a Sollo uno stuolo di protagonisti di primo piano del prog-rock italico degli ultimi anni. Segnatevi questo titolo “Order and DisOrder”, uscito a fine 2020 (e non è un caso).