È il tuo giorno, Billy Lynn!

di Alessia Gemma

Recensioni
È il tuo giorno, Billy Lynn!

No Star, No Wars. Non è mia, è di Thom Yorke, il cantante dei Radiohead, ma di questi tempi sarebbe stato un perfetto incipit per questo romanzo che io voglio consigliare, perché mentre lo leggi e sorridi e ti diverti poi capisci che ti sta parlando della cosa più triste e cattiva del mondo: la guerra. E lo sta facendo con la cazzoneria di un gruppo di giovani soldatini americani…

E se Nick Hornby lo ha definito il romanzo più bello letto nel 2015, allora dovete credermi se dico che è un gioiello di leggerezza profondissima e incazzata.

Billy Lynn è un 19enne americano, texano, che finisce a fare il soldato in Iraq per un “piccolo” colpo di testa, il solito orgoglio da bullo di provincia…
A Billy Lynn non fregava proprio niente della guerra, eppure si ritrova ad essere un eroe degli Stati Uniti d’America per ben due settimane: la sua compagnia, la Bravo, si è distinta per un’azione di guerra in Iraq, casualmente ripresa da un telegiornale, e ora i ragazzi sono in Victory Tour.

Giornate a zonzo in pompa magna per gli Stati Uniti a fare interviste in tv, visite alla Casa Bianca, comizi pubblici aperti dal sermone di un predicatore, night, un probabile film e, soprattutto, l’ospitata d’onore alla tradizionale e popolarissima partita di football del Giorno del Ringraziamento. 398 pagine, quasi tutte ambientate allo stadio, salvo due giorni di Billy a casa e i ricordi che affiorano anche troppo spesso.

Stilettate sagaci, ironiche e ciniche contro gli Stati Uniti d’America, quella di Bush, la guerra, l’insensatezza grottesca della spettacolarizzazione a stelle e strisce. Un frullatore di strette di mano con ricchi e potenti, per questa truppa di ragazzotti che in realtà vuole solo conoscere e magari farsi le cheerleader

“Che sagome che sono questi Bravo, che banda di fratelli mattacchioni. Ok, magari non si potranno in nessun modo definire la greatest generation, ma senz’altro rappresentano quanto di meglio ha da offrire il peggiore tre per cento della loro generazione quanto mai confusa e sospetta.” (pag 220).

Tutto il racconto di una giornata allo stadio e lo sguardo lucido, disincantato, critico e ingenuo di Billy Lynn, su tutta la faccenda, sulla ricchezza, la guerra, i suoi 19 anni e pure l’amore. Un mal di testa martellante per tutta la giornata, una bevuta dietro l’altra, una pomiciata da sogno… I ricchi, la loro pelle di mogano.

“Ecco cosa invidia davvero a questa gente, il lusso di considerare il terrorismo un argomento di conversazione, e in questo preciso momento si sente così sfigato che potrebbe scoppiare a piangere.” (pag 155)

È un romanzo maschile, nel senso che sono tutti maschi i protagonisti, perché maschia vuole essere l’America che combatte e uccide.
Tutti maschi, certo viene il sospetto che possa essere una roba di froci: “Sarebbe impossibile mettere una cosa del genere in un film e pretendere che la gente capisca, almeno stando ai film che ha visto Billy. Ma se si potesse, allora lui direbbe: Ok , mettetecela, e se ne fregherebbe se la gente li prende per croci, però andrebbe fatto in maniera molto accorta e ragionata…” (pag 95)

Dalla testa di Billy, questo ragazzotto sfigato, di estrazione sfigata come solo la provincia americana sa farti essere sfigato e poveraccio riservandoti una famiglia sfigata e poveraccia e una vita sfigata e poveraccia (quanto sarebbe piaciuto a Pasolini!), bene dalla testa di questo giovane sfigato e poveraccio viene fuori il quadro lucido dell’assurdità della guerra, della gloria, del popolo bue degli Stati Uniti d’America, del disagio, della paura

“È veramente una vita di merda”, dice Billy. “Non so perché cazzo stiamo ridendo.”
“Hai ragione, cazzo”, dice Mango, ogni giorno penso: Madonna, ne ho le palle così piene di ‘sto schifo, e poi però mi dico: Ok, quando finisce il mio turno e mi congedano, che cazzo mi aspetta di meglio? Tipo, lavorare in una merda di Burger King? A quel punto mi ricordo perché ho firmato quel pezzo di carta. (pag 101)

Dimenticavo una cosa un po’ strana: due giorni dopo questo grande giorno del Ringraziamento, i nostri eroi dovranno tornare a combattere in Iraq…