
Jazz, semplice e diretto, così ama presentarsi l’artista emiliano, ma non solo. La musica del Filippo Cosentino Trio è un jazz dal gusto decisamente pop, con una tavolozza di colori musicali molto vasta. Non solo jazz, così intitolerei un articolo dedicato a lui e a questo suo nuovo album, “Human Being” nato sulla scia del precedente “Lanes”.
Otto pezzi strumentali, otto modi di vedere il mondo e la musica del mondo, con in testa la title-track: un brano che viene da lontano (sembrano risuonare echi arabi) e arriva a noi, ad un pop jazzato, direi quasi Pino Daniele – style (superbo l’uso della chitarra). Grande anche “Dance of the moon in love”, splendido titolo dall’atmosfera sognante, magica, e con il sax di Michael Rosen ad impreziosire il tutto. Importante la dedica a Aung San Suu Kyi di “392” (il numero di voti ottenuti per la sua libertà), dove senti un dinamico moltiplicarsi di suoni (i voti?) grazie ad una chitarra intensa.
Un gran bel disco, da ascoltare dalla testa alla coda. Essendo jazz, anche se contaminato/contaminante, vale la pena prenderlo vivo, in uno degli innumerevoli concerti che Filippo porta in giro per l’Italia e l’Europa con il suo trio. Lui, chitarra in tutte le salse (classica, elettrica, acustica, baritono…) piano, poi Davide Beatino al basso e Carlo Gaia alla batteria. Sì, prendeteli vivi.
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