Francesca Michielin racconta 2640

di Giulia Zavan

Le Smemo Interviste
Francesca Michielin racconta 2640

Si legge la concentrazione negli occhi di Francesca Michielin quando arriva alla presentazione di “2640”. Inizia con lei che intona “Comunicare”, la prima delle 13 tracce contenute nel nuovo album di inediti che uscirà domani, 12 gennaio, per Sony Music.

Comunicare è anche una delle parole che in questo momento stanno più a cuore all’artista 22enne: “Con i social – racconta – possiamo comunicare con tutti ma abbiamo perso qualcosa. Ecco la domanda che mi sono fatta in questo disco: cosa abbiamo perso e perché“. E restando in tema di web, aggiunge: “Comunicare non è solo parlarsi, ma connettersi“.

Vulcano, mare e montagna sono invece i tre simboli di “2640”, tradotti nel logo con tre triangoli: “Sono tre anime – spiega Francesca – rossa, azzurra, verde. Il rosso è un vulcano che raffigura l’importanza di comunicare. L’azzurro è il mare ma significa anche imparare ad ascoltare. Il verde è la montagna da cui provengo. Sono immagini contrastanti ma incastrate tra loro“.

La prima esibizione dal vivo del nuovo album, di cui la Michielin ha firmato 11 brani, prosegue con “Lava”, che si inserisce alla perfezione in questo momento storico: “Voglio letteralmente buttare lava sul concetto che le donne devono essere massaie, sempre al servizio. A chi mi chiama “Franceschina carina”, rispondo che no, non è cosi. Le donne sono essere umani come gli uomini, e questo è il momento dei diritti femminili, ma per alcune generazioni è un concetto faticoso da assimilare“.

Su “Tapioca” ha lavorato con gli amici Cosmo e Calcutta – “ormai sono come la mia famiglia“, dice sorridendo – ed è un brano basato su un canto ghanese, che Francesca Michielin ha imparato condividendo il pranzo della domenica con la comunità che arriva dal Paese africano.
Mi sono interrogata sul senso di nascere in un certo luogo. Non so qual è il concetto di ‘italiana’, sono andata a scuola con persone nate in altre nazioni o con le seconde generazioni e sì, ho mangiato con la tapioca con i miei amici ghanesi“.

Spazio anche allo sport con il calcio in “Serie B” e con la Formula 1 in “Alonso”: “Quando il Vicenza è andato in serie b, è stata la prima grande delusione della mia vita – spiega la cantante – a casa mia piangevano tutti. ‘Serie B’ è un elogio per chi è lì e lotta a testa alta, perché a volte è la vita a metterti in serie B“.
Era lo scorso marzo e la Formula 1 era appena iniziata. Alonso lottava tantissimo – dice a proposito del brano dedicato al pilota – va sempre dritto per la sua strada. Qualche mese dopo l’ho conosciuto nei box ed è una persona molto dolce, come spesso dicono che anche io sia, e mi sono sentita collegata a lui“.

Sono già usciti i singoli “Vulcano” e “Io non abito al mare”: il primo è già disco di Platino e il secondo lo sta seguendo a ruota con il video visto più di 5 milioni di volte su YouTube. Una clip girata in Sicilia: “è stata una scelta artistica, una sorta di metalinguismo“.
“2640”, ovvero l’altitudine di Bogotà “dove volevo scappare“, ed è un disco che rispecchia la crescita di Francesca Michielin – “tutto quello che volevo dire l’ho messo nell’album” – e che ha ricevuto già dei complimenti importanti: “mi commuovo anche a ripensarci. Quando ho finito di registrare a Los Angeles, nello stesso studio sarebbe arrivato Jovanotti di lì a poco. Il produttore gli ha fatto sentire i miei brani e gli sono piaciuti molto, mi ha anche scritto per l’uscita di ‘Vulcano’“.
Non poteva nascere con una benedizione migliore “2640”, che Francesca Michielin porterà in tour dal prossimo 17 marzo.