
In occasione dell’uscita di “Che fine hanno fatto i dinosauri?”, abbiamo intervistato Francesco Barberini che ci ha raccontato di tutto il lavoro svolto per scrivere questo nuovo libro! Ma andiamo per ordine.
Per chi non lo conoscesse, Francesco è un ragazzo di 13 anni con una grande passione: quella per gli uccelli e…per i dinosauri! Attenzione, come ci ha spiegato lui stesso, non sono due interessi diversi, ma uno unico. Il motivo? Lo scoprirete leggendo e preparatevi a mettere in discussione tutto quello che pensavate di sapere sui dinosauri! Ah, lo ha consigliato anche…Piero Angela!
Francesco Barberini: l’intervista
“Che fine hanno fatto i dinosauri” è il titolo del tuo nuovo libro. Com’è nato? E a chi è rivolto?
Questo libro è il risultato di una mia passione, nata quando avevo 2 anni e mezzo dopo aver guardato un un documentario sugli uccelli, insieme ai mei genitori, che si intitolava “Il popolo migratore”. Fatto sta, ho iniziato a leggere e a scrivere prima ancora di andare a scuola proprio per fare le mie ricerche! Inoltre, oltre a libri e documentari, ho consultato internet che, se usato correttamente, come anche i social, può rilevarsi molto utile.
Così, ho scoperto che le mie due passioni, una per gli uccelli e l’altra per i dinosauri, in realtà fosse solo una e, soprattutto, ho capito che alle persone non era (e non è) ancora arrivato il messaggio che i dinosauri fossero ancora tra noi.
Allora, fin dall’età di sette anni, ho cominciato a scrivere libri e fare delle conferenze dove spiegavo l’evoluzione dei dinosauri, creature agili, intelligenti, spettacolari e soprattutto piumate, ad uccelli.
Molto spesso pensiamo che dinosauri fossero stati goffi, terribili, invece erano delle bellissime forme di vita: le loro piume sono state i primi tocchi di colore di un pianeta tutto verde, marrone e blu, inoltre, servivano per mantenere il calore corporeo, per il corteggiamento, erano un po’ di cartelli pubblicitari, e usate per spaventare i predatori.
Il linguaggio di questo libro è semplice, nonostante siano argomenti scientifici, così che possa essere adatto alle persone di tutte le età! Cerco di fare un po’ di pubblicità alla natura perché, come dico sempre, se la natura la conosci la ami e se la ami la proteggi! Mi rivolgo ai ragazzi e uso un linguaggio un po’ da pari a pari, una chiacchierata per capire come loro immaginano i dinosauri.
“Che fine hanno fatto i dinosauri?” è una sorta di racconto che va di pari passo all’evoluzione: si evolve una specie poi un’altra e tutte queste assomigliano sempre di più agli uccelli. Non come ci ha fatto credere Jurassic Park!
C’è stato qualcosa del carattere, dell’indole dei dinosauri che ti ha colpito particolarmente e fatto apprezzare ancora di più?
Nel libro affronto anche il tema degli pterosauri perché spesso la gente pensa che siano dei dinosauri oppure degli uccelli, “quei rettili volanti”, insomma, mostri che prendono le persone con le zampe posteriori (come ce li fa vedere Jurassic Park).
Invece, erano creature colorate, con piume, ed erano molto diversificati, c’erano i pterosauri che mangiano il pesce, quelli che mangiano insetti e, studiandoli sono arrivato ad una conclusione: prima dell’estinzione di massa, alcuni di loro raggiungevano anche 12 metri di apertura alare, sembravano invincibili eppure si sono estinti e sono stati rimpiazzati dei piccolissimi uccelli che si erano voluti dai dinosauri. In natura non vince il più forte ma quello che si adatta meglio.
Noi essere umani ci definiamo sempre i conquistatori del mondo, i padroni della terra, ma anche questa pandemia mondiale ci ha fatto capire che siamo molto vulnerabili e dobbiamo avere molto rispetto per la natura.
Racconti di un episodio accaduto in terza elementare: stavi leggendo un libro di testo e hai avvertito la maestra e i tuoi compagni di alcune inesattezze. Come hanno reagito?
Io sono un ragazzo come tutti gli altri: faccio i compiti, pratico anche uno sport, il karate, il mio tempo libero lo dedico alla mia passione e cerco sempre di andare bene a scuola (così posso fare ogni tanto delle piccole assenze). Ho raccontato quell’episodio propio per spiegare questo: dobbiamo sapere che i dinosauri non erano mostri, come ci hanno fatto vedere film e vecchi documentari! Un esempio di come, ancora oggi, ci sia questa falsa credenza. La maestra era interessata all’argomento e anche sorpresa del fatto che nel libro di testo ci fossero informazioni passate, superate.
Che tipo sei a scuola?
Cerco sempre di non confondere la mia passione con la scuola: con i miei compagni non parlo mai della mia passione per non creare disagio e anche perché loro mi vedono un ragazzo come tutti gli altri.
La tua passione non dovrebbe farti sentire diverso dai tuoi compagni.
Certo, assolutamente! Uno dei motivi per cui spesso mi chiamano nelle scuole e alle conferenze è questo: incitare a coltivare sempre le proprie passioni perché così si può vivere più serenamente.

Hai ricevuto il commento, molto positivo, da uno dei più grandi divulgatori scientifici: Piero Angela. Cosa ti piacerebbe imparare da lui?
Sì, ho avuto il piacere di incontrare più volte Piero Angela e penso che lo rincontrerò a breve. La prima volta è stata un po’ una chiacchierata sulla nostra passione comune che è la divulgazione scientifica.
Abbiamo parlato di quanto sia complessa perché bisogna studiare bene l’argomento, trarre delle conclusioni e comunicare in maniera semplice in modo tale che tutti riescano a capire di cosa li stiamo informando.
Da grande, voglio continuare a fare quello che sto facendo adesso e intraprendere la strada dell’ornitologia, anche dell’evoluzione dei dinosauri in uccelli, e ci sono due modi di fare lo scienziato: c’è quello che sta nel suo laboratorio, che studia gli animali e scopre pure qualche cosa di nuovo, e poi c’è il divulgatore. Io voglio fare un po’ tutti e due.
Sei anche un collaboratore del WWF, LIPU, Legambiente, associazioni che sono attente alla salvaguardia dell’ambiente e degli animali. Tu nel tuo piccolo, oltre a questa attività di divulgazione scientifica, cosa fai per prenderti cura del nostro Pianeta?
Cerco di darmi da fare viaggiando, incontrando persone, facendo birdwatching nelle Oasi e collaboro con molte associazioni, tra cui il movimento Fridays for future. Noi ragazzi lottiamo per far capire alle persone che i cambiamenti climatici e tutti i disastri ambientali sono un problema molto grave. Chiaramente, non siamo noi ragazzi a sostenerlo, sono gli scienziati (che sono molto preoccupati), noi li aiutiamo a divulgare queste certezze.
C’è un’altra ragazza che richiama l’attenzione verso il nostro Pianeta: Greta Thumberg. Cosa pensi di lei?
Greta non sono ancora riuscito ad incontrarla ( quando c’era la possibilità ero impegnato) e mi piacerebbe conoscerla: la stimo per quello che fa, ha preso i cambiamenti climatici sul serio, proprio come bisogna assolutamente fare! C’è bisogno di queste azioni concrete, quindi è importante sapere che ognuno di noi può fare qualcosa nel proprio piccolo, tutti insieme possiamo così avere un futuro più sostenibile, magari anche delle città più silenziose, così che si possa ascoltare il canto degli uccelli. Il lockdown è stato importante perchè la natura ha iniziato a riprendersi i propri spazi e ci ha fatto capire molte cose come quello di avere rispetto nei suoi confronti.
Qual è il prossimo luogo che ti piacerebbe visitare e perché.
Spero di fare tanti altri viaggi, ma non ci sono posti che mi piacciono più di altri, per esempio, spesso, le persone pensano che l’Italia non sia un posto molto bello, invece è uno degli ambienti della terra con più varietà di ecosistemi perché si va dalle montagne innevate fino alle zone aride.
Mi ritengo fortunato perchè abito in campagna: durante il lockdown ho potuto fare birdwatching ed è stata l’occasione per riscoprire delle aree, vicino casa, con molte biodiversità.
Cosa ti auguri per il futuro?
Spero che in futuro l’uomo sia più rispettoso della natura. Cerco sempre di impegnarmi per portare avanti la mia passione scrivendo libri, come questo che è appena uscito, e viaggiando! È importante esplorare: una delle cose che si può fare per rispettare la natura è anche goderne, anche facendo delle semplici passeggiate.
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