
È che noi che li abbiamo vissuti a pieno titolo, insomma, noi che eravamo “i giovani”, per molto tempo abbiamo pensato che i ’90 non avessero identità, o quasi. Che non fossero particolarmente connotati. Vuoi mettere con i loro predecessori, gli ’80? Con i capelli cotonati, le spalline, i juke box e gli accessori di NajOleari? Pensavamo fossero passati un po’ in sordina, senza lasciare il segno. Forse avevamo solo bisogno di un (bel) po’ di distanza storica, fatto sta che oggi, che sono passati più di vent’anni, ci sembra che quel decennio un’anima ce l’abbia avuta, eccome. E ci ritroviamo col cuore gonfio di nostalgia a citare oggetti, abbigliamento e abitudini di “quei tempi” e a pronunciare, con un misto di terrore e rassegnazione, “ai nostri tempi”.
Se volessimo quindi dare un’idea del “come eravamo” ai ragazzi di adesso, potrebbe essere comodo stilare un elenco di “quello che avevamo” e di “quello che non avevamo”. Nessuno, forse solo i famosi posteri – ma anche loro, qualcuno poi li ha mai sentiti pronunciarsi? – si sente di dire se fosse meglio o peggio. Di sicuro, diverso, molto diverso.
Attenzione! Negli elenchi che seguiranno saranno presenti nomi di marchi commerciali. No, non è bieco product placement, è che – ci piaccia o no – un’epoca si misura anche e soprattutto dai marchi che ci circondano. Meglio farsene una ragione.
Quello che avevamo:
>Le scarpe Dr Marten’s, gli anfibi, soprattutto. Ma “al primo giro”, cioè per la prima volta in Italia!
>Le scarpe Converse, anche loro “al primo turno”: poi sono cadute in un buco nero durato almeno un decennio, ma oggi sapete di che salute godano.
>Lo zaino Invicta, must assoluto, nella versione “Jolly”.
>La Smemo! Era il vero social ante litteram: ogni pagina era la bacheca, le foto profilo le incollavi un po’ ovunque e la facevi girare un sacco tra i banchi in cerca di like. Lei non ha mai perso un turno, comunque, ed è rimasta un vero evergreen!
>Il lettore CD portatile, ovvero l’antenato dell’Mp3. Solo che in borsa ti dovevi tenere anche i CD di ricambio perché ne leggeva uno alla volta.
>In tv: Beverly Hills 90120 e Melrose Place. Ma anche BayWatch e Dawson Creek: insomma, il filone californiano.
>I Simpson, al loro debutto.
>I Nirvana e il grunge, i Blur e gli Oasis.
>Il telefono fisso, ma davvero c’è bisogno di raccontarlo? Vuol dire che se qualcuno ti cercava a casa, e tua sorella parlava da ore con le amiche, potevano nascere i peggiori litigi.
>La carta da lettere, se ne regalavano anche per i compleanni: perché, ogni tanto, ci si scrivevano delle lettere, però neanche così abitualmente.
>Sempre a tema telefonico, le cabine pubbliche: se eri fuori casa e dovevi avvisare che ritardavi, e magari era l’ora di cena, avvisavi così.
>L’enciclopedia: no, wikipedia non c’era, forse i suoi fondatori frequentavano l’asilo. Le beneamate ricerche (sulla Lombardia, sulla Prima Guerra Mondiale, sugli Egizi) si facevano scartabellando tra i volumi dell’enciclopedia. Infatti quasi in ogni casa ce n’era una e quasi ogni famiglia si era indebitata con la vendita porta a porta delle suddette.
>La rubrica: telefonica e postale. Per segnare numeri e indirizzi.
>La memoria, in generale: che ti faceva ricordare il numero di telefono del tuo fidanzato, ma anche le date di compleanno dei tuoi migliori amici. Insomma, la vita prima di Google e di Facebook. Se non ti veniva il nome di un film dovevi cercarlo nei meandri dei tuoi ricordi, se ti dimenticavi il compleanno di qualcuno, la gaffe ormai era fatta.
Quello che non avevamo:
Qui naturalmente la questione si fa più aspra e alcune cose sono già state anticipate, ma vorrei dare un posto di rilievo a:
>I voli low cost. Ecco, forse, per noi, sono la rivoluzione più grande. “Ai tempi”, quando dovevi programmare un volo, lo sognavi per mesi e anni. Perché costava. Tanto, tantissimo. Parigi, Londra, Amsterdam erano mete raggiungibili solo con tanti risparmi, o premi (tipo la maturità) o lavoro occasionale. Peccato per noi (che poi abbiamo cercato di recuperare), benissimo per voi!
>L’Ikea: già, non l’avevamo. Le camerette erano fatte su misura dagli artigiani. Di sicuro più pregiate, ma anche più noiose. E non si cambiavano fino alla maggiore età!
>Il low cost anche nell’abbigliamento: se qualcosa era bella, costava. Se era economica, era bruttarella. Parecchio.
>Il web e i social: ma questo è scontato. Internet, in realtà, ha preso piede già alla fine dei ’90, ma collegarsi era un po’ un casino e spesso bisognava andare da qualche amico per averlo. I social, be’, neanche per idea… Se si perdevano le tracce di qualcuno, difficilmente si ritrovavano… Quindi, era improbabile imbattersi in ex compagni delle elementari e/o ex spaventosamente ingrassati e dimagriti. Si rimaneva in contatto solo con le persone con cui veramente si desiderava farlo.
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