Generic Animal: pronto il cartoon di Scarpe#2 dall’album “Presto”

di Veronica Monaco

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Esce lunedì 15 giugno il video di Scarpe#2, ultimo estratto da “Presto”, il nuovo disco di Generic Animal, in versione cartoon. Il video, realizzato dall’illustratore Marcello Mosca, fra i fondatori della rivista di fumetti Frankenstein, è un piccolo capolavoro di animazione contemporanea, un po’ come i cartoni di una volta.

«Quando ho iniziato a lavorare al video di Scarpe #2 la prima cosa a cui ho pensato è se sarei riuscito a compiere un’impresa così grande: più di 3 minuti in animazione tradizionale, un lavoro che richiede parecchi disegni al secondo e che avrei gestito da solo», racconta Marcello Mosca, producer e autore indipendente milanese, nata da pochi mesi ma già di culto.

Il brano è l’alter ego del pezzo Scarpe#1 contenuto nel disco d’esordio “Emoranger” e chiude il ciclo: «Ho scritto Scarpe#2 prima di Scarpe#1, non sapevo sarebbe diventata la numero 2 ma forse ne è la risposta e anche la chiusura. La chiusura di un disco, di un periodo forte della mia vita. È difficile buttare via le scarpe quando sono mezze rotte ma comunque il tuo modello preferito. Il pezzo è co-prodotto da Marco Giudici con cui ho lavorato e steso gli arrangiamenti. Fight Pausa ha trovato un break beat per completarlo», racconta Luca Galizia, alias Generic Animal.

In questo video ancora una volta è dipinto di viola. Tra mille disavventure e personaggi assurdi e surreali, Generic Animal deve compiere un viaggio urbano pieno di insidie fino alle confortevoli mura della sua stanzetta. Con pochissime parole Scarpe#2  riesce a rendere la stanchezza di una relazione logorata da una routine a cui non ci si vuole arrendere, mentre il video trasporta questa malinconica quotidianità all’interno di un sogno romantico e coloratissimo.

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«Nonostante gestisca il montaggio e le colorazioni al computer, io lavoro prevalentemente a mano», racconta Marcello Mosca, «un processo che aggiunge alle animazioni un effetto di “sporcatura” che il digitale non riesce a restituire ma che al tempo stesso chiede una quantità di tempo più ingente. Ma via via che abbozzavo situazioni, personaggi, sfondi e che buttavo giù le idee, un universo fino a poco prima vago ha cominciato a definirsi e ad assumere dei lineamenti più precisi: con in mano uno storyboard approntato in poche ore, avevo già davanti agli occhi il video finito. Immerso nell’ascolto dell’album di Luca per assorbirne il mood e le atmosfere, ho deciso che il ritmo del video avrebbe dovuto seguire quello del pezzo, prediligendo un’azione lenta e continuativa rispetto al montaggio dinamico e sincopato che di norma connota i videoclip».