Giulia Villari, Real

di L'Alligatore

Recensioni
Giulia Villari, Real

REAL, quattro semplici lettere colorate di giallo neon sopra le spalle di una sofisticata Giulia Villari, immagine metaforica della volontà di essere reale, da parte della cantautrice romana. Reale nel senso di vera, autentica, così come è realmente: una musicista modernissima, che, pur non avendo abbandonato la chitarra, ha preso in mano il computer, per comporre, fare e suonare musica. Rock alternativo con l’elettronica in dosi massicce (costante del 2017, l’ho già detto).

Undici pezzi per un disco compatto, che tira diritto dall’inizio alla fine senza cadute di tono o svolte improvvise. Nonostante questa graniticità, si possono trovare e citare dei momenti preferiti: “Springtime”, la canzone più lunga del cd, con i suoi cinque minuti di semplice e intensa dance per la disco più alternativa d’Europa, o “Different”, altrettanto danzereccia ma con una più marcata sensuale teatralità. Mi piace poi “Fragile” per la chitarra insistente e un uso originale della voce, mi piace “July” perché sembra un prog-rock scritto oggi, mi piace “Birds”, acida e dilatata chiusura dell’album, con tanto di tromba jazz.

Dopo cinque anni dall’esordio con “River” prodotto da Rob Ellis, ho ritrovato una Giulia Villari più matura, con le idee chiare sulla strada da seguire. Con quella che sembra determinazione zen, presenterà il disco assieme ai due musicisti con cui l’ha prodotto (Sante Rutigliano e Simone Prudenzano), senza risparmiarsi un attimo, cogliendo gli aspetti più dinamici e dance di “Real”. Ci sarà da divertirsi!