
– Che gli sfiorati “sono quelli che sembrano sempre lontani, distratti… sai quando sei davanti a qualcuno e ti domandi: ma mi starà ascoltando? Ma mi ama? Ma ha capito? Ecco, quando non hai una risposta per tutte queste domande, probabilmente sei davanti a uno sfiorato… Non sono affatto superficiali anzi agiscono consapevolmente, si prendono dei rischi… gli sfiorati possono attraversare cose meravigliose o anche cose terribili, che magari gli altri non vedono: qui siamo in un altro mondo… sono una specie di categoria nuova e non prevista…”.
– Che nel libro di Sandro Veronesi solo Belinda era una sfiorata. Vent’anni dopo, nel film, anche Méte è un egregio sfiorato, “fino ai capelli”.
– Che quindi per colpa degli anni Ottanta siamo tutti un po’ più sfiorati.
– Che se ci pensi bene conosci almeno due sfiorati.
– Che la sfioratura è “un concetto schiumevole e quindi difficile da afferrare” (cit. Sandro Veronesi). A meno che tu non sia uno sfiorato, allora lo capisci perfettamente.
– Che la noia fa brutti scherzi.
– Che gli sfiorati vivono superficialmente il mondo, perché sono tutti immersi nel loro.
– Che gli sfiorati non te lo sanno spiegare bene. Niente.
– Che se metti in una casa con almeno un divano un bel ragazzo con una bellissima e sensualissima ragazza in mutande, con accento spagnolo, possono pure essere fratelli di padre, ma quando li vedi a letto insieme l’incesto te lo sei dimenticato.
– Che gli sfiorati non li devi capire, non li devi cambiare e soprattutto non li devi aiutare. Forse gli sfiorati li devi solo evitare!
– Che gli sfiorati soffrono con regolarità, sin da bambini.
– Che gli sfiorati sono quelli che guardano il mondo da un oblò e si annoiano un po’.
– Che un contatto con il mondo degli sfiorati è un bellissimo cataclisma. Ripeto: da evitare.
– Gli sfiorati sono quelli che non afferrano nulla ma sentono tutto sulla pelle. Che si annoiano e trovano respiro in un attimo di passione intensa. Che poi passa.
– Che è da osservatori professionisti caratterizzare il personaggio della bella mondana sola, tutta party e chiacchiere (Asia Argento), con la sveglia di Hello Kitty sul libro “Come fare le Pubbliche Relazioni”.
– Che il film, come il libro, è un “omaggio a Roma” (cit. Sandro Veronesi). E che gli sfiorati sono uguali in tutta Italia.
– Che il grafologo può essere anche un lavoro vero, ma tanto la grafologia tra qualche anno scomparirà perché non scriveremo più a mano.
– Che se sei una persona esaurita o troppo complessa è meglio evitare di scrivere bigliettini a un grafologo, soprattutto dopo il primo appuntamento, ti sgamerà subito. E scapperà, giustamente.
– Che è una trovata originale che l’amante storica riesca a sposare l’amato che teneva famiglia.
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