Hawkeye, uno di noi

di Redazione Smemoranda

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La verità è che i supereroi non sono tutti super. Cioè da una parte ci sono i veri supereroi, tipo Thor o Spider Man, quelli con i superpoteri. O almeno un’armatura super tipo Iron Man, ecco. E dall’altra ci sono i proto-supereroi, quelli che sono solo donne e uomini normali, con magari qualche abilità superiore, ma sempre umani. Tipo Occhio di Falco, Hawkeye, l’arciere degli Avengers, che insomma a parte il coraggio, l’abilità nelle arti marziali eccetera, poi alla fine è solo uno molto bravo con le frecce. Quindi si capisce che è sempre difficile raccontare le storie di questi supereroi un po’ meno super, perché manca un pezzo della meraviglia, del fantastico che c’è di solito nelle storie di supereroi. E di conseguenza si capisce altrettanto il motivo per cui quando la Marvel ha annunciato la prima serie televisiva dedicata a Hawkeye, non è proprio che i fan siano andati in visibilio. E invece viene fuori che è la serie Marvel di cui non sapevamo di avere bisogno. O insomma, più o meno.

L’universo? Meglio New York

Hawkeye stranamente funziona proprio perché è Marvel di seconda fascia. Del resto Hawkeye è un supereroe da seconda linea, anche se ha combattuto pure contro Thanos distruttore di universi e disintegratore di miliardi di persone con uno schiocco di dita. Ecco nonostante quello, si capisce che a Hawkeye si addice di più una storia con dei cattivi alla sua portata, con un’ambientazione urbana, non cosmica. Che poi se la città è New York fa sempre piacere vederla.

Un supereroe normale

Anche il protagonista Jeremy Renner non è una faccia da grande epica, ma da piccole avventure, però funziona, con le sua battute, il suo sguardo sornione, che sembra sempre un po’ chiedersi chi me l’ha fatto fare, se non proprio “cosa ci faccio qui”. E funziona la coppia con la seconda arciera di questa serie, più giovane, Hailee Stanfield. Una volta si parlava di chimica, quando c’erano due personaggi, femmina e maschio, sullo schermo, che stavano bene insieme. Ecco, questi due attori hanno quella cosa invisibile lì, e la serie ne guadagna. Il resto lo fa questo strano supereroe umano, con problemi normali. Che deve comunque lavorare, che la gente gli vuol bene, ma lui è più preoccupato dei figli e degli acciacchi della vecchiaia. Un tipo che forse, di questi tempi, ci è più familiare, e perfino ci rassicura un po’.