
Di film a Hollywood se ne fanno tanti belli e tantissimi brutti. Se vi capita magari potete recuperare pellicole meravigliose che hanno raccontato il lato brutto di Hollywood, i registi scarsi, quelli che hanno fatto film così brutti che alla fine sono belli, da Ed Wood di Tim Burton a The Disaster Artist di James Franco. Ma che siano film di serie A o di serie Z, oggi non se ne può fare nessuno, tutta l’industria che soprattutto a Hollywood muove davvero tantissimi soldi, è ferma. E allora, sì che si creano dei problemi.
Non pensate alle star, tipo Schwarzenegger che ti consiglia di stare a casa dalla sua vasca idromassaggio (bella forza).
Pensate a tutto quel mondo di lavoratori che si chiama nel gergo delle grandi produzioni americane, below the line: tutti i tecnici, gli elettricisti, ma in molti casi anche per dire i direttori della fotografia, i montatori, gli assistenti, i manager delle location. I lavoratori below the line lavorano a chiamata, guadagnano sulla singola produzione, spesso sono pagati a ore, non ricevono le assicurazioni sanitarie. Ovviamente non hanno ferie e malattia pagate, ma questo di solito non è un problema, perché ci sono talmente tante produzioni che se sei uno richiesto passi da un lavoro all’altro senza soluzione di continuità. Magari prima fai l’assistente di un mega regista, poi un film indipendente, poi un paio di pubblicità, poi il videoclip di un rapper, poi un telefilm… Ma se tutto si blocca contemporaneamente la situazione si fa difficile.
Ci sono stati appelli da parte di tante personalità dello spettacolo americano, ad esempio l’ultimo che ho letto è stato quello dell’attrice Olivia Wilde su Twitter.
My crew is my family. These artists are the ones making our industry possible. Without them we are nothing. Please join me in supporting them during this devastating time. https://t.co/uLvGYoh94j
— olivia wilde (@oliviawilde) April 12, 2020
Diversi studi hanno assicurato percentuali variabili dei pagamenti del mese di marzo. C’è però il problema di capire cosa significherà tornare alla normalità. Ci sono serie televisive che sono state bloccate in mezzo alle riprese di una stagione. E quindi cosa si deciderà di fare? Potrebbero dire: “ok, giriamo tutto velocemente quando la cosa finisce”, ma questo potrebbe significare che ci sarà un ingorgo totale di produzioni. Oppure i network decideranno tipo che una serie di sedici episodi finisce invece al decimo, e diranno agli sceneggiatori: “riscrivete le puntate, ma stringete un po’, dai!”. Non sappiamo bene. Non sappiamo niente.
Quello che sappiamo è che in alcuni casi anche solo la notizia della sospensione di una serie è particolamente inquietante. Tipo, leggere che hanno sospeso la nuova stagione di The walking dead… cioè, una serie che parla di un’epidemia zombi viene sospesa per una vera epidemia?! Prima si tornerà alla normale divisione tra realtà e fantasia, meglio sarà.
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