
A Salonicco, quasi cento anni fa, nasce il rebetiko. Fin dagli inizi vanta una componente eversiva, ha con sé il cromosoma della ribellione. Il suo etimo lo riporta infatti al turco rebet, ribelle, ma anche feccia, lo strato ultimo ed emarginato della società. Viene proibito dalle dittature, ma rifiorisce sempre. Più che un genere musicale, diventa un modo di vedere la vita. Il rebete sa guardare in faccia il dolore e dire la verità in un mondo di bugiardi. Nelle Grecia attuale, massacrata e vilipesa, il rebetiko è riaffiorato sulle labbra dei cantanti, espressione di fierezza, di resistenza, di irriducibilità.
Per questo io e Vinicio abbiamo passato una luuuunga giornata insieme, era il 18 aprile, a Genova. Il fotoracconto:
Lascia un commento