Intervista a Francis Zelda Fitzgerald

di Redazione Smemoranda

Storie di Smemo
Intervista a Francis Zelda Fitzgerald

Smemo Agenda 12 mesi 2014 Partendo dall’anno di composizione di ciascuna di queste poesie, ho cercato di tracciare la biografia di Francis Scott Fizgerald, che si incrocia con quella di sua moglie Zelda. Mi ha aiutato in questo recupero storiografico Tiziana Lo Porto, traduttrice e giornalista e autrice, insieme al disegnatore Daniele Marotta, di Superzelda, la vita disegnata di Zelda Fitzgerald.

Nel 1917 Fitzgerald abbandona l’Università di Princeton, si arruola nell’esercito e parte con la carica di sottotenente, prima nel Kansas, poi in un campo di addestramento in cui lavora alle prime bozze del romanzo d’esordio “Di qua dal paradiso”. La poesia di quello stesso anno La pioggia prima dell’alba, racconta di una notte insonne mentre “Un battito di ampie ali scende giù per le scale e mi sazia come un forte profumo di fiori”. È la morte all’interno della casa. Secondo te, in che momento e dove l’autore può aver scritto questi versi? Di quale notte può parlare?
Di una qualunque notte di spleen e di scrittura. Fare il sottotenente in un campo di addestramento non doveva essere faccenda allegra per un ragazzo che veniva da Princeton, che amava le poesie di Keats e che nella vita voleva fare lo scrittore. E così, racconta Fitzgerald stesso, nascondeva carta e penna dietro il manuale dei “piccoli problemi per la fanteria” e di notte scriveva. Per arginare lo spleen e fabbricare il futuro. Questa poesia deve averla scritta in una notte così.

Nel 1918 il reparto di Fitzgerald viene trasferito in Alabama. Proprio qui, a un ballo del Country Club di Montgomery, conosce la figlia di un noto giudice del posto: Zelda Sayre. La poesia di quello stesso anno, Tramonto di città, racconta di un periodo in cui “La mia anima era triste di violini e di alberi, per poi finire con Violini leggeri dove belle donne cenano/frusciare di gonne, le voci della notte. E tutto il fascino di occhi amichevoli… Andremo alla deriva come suoni d’estate”. Come avete raccontato questo incontro in Superzelda? Dove può aver scritto questa poesia Fitzgerald?
Il primo incontro tra Scott e Zelda è stato la storia di un colpo di fulmine. Lui vede lei, lei vede lui, s’innamorano l’un l’altra perdutamente. E così l’abbiamo raccontato, ricostruendolo a partire da come l’hanno descritto loro stessi nei rispettivi romanzi. La poesia, che c’ha dentro ancora una volta lo spleen (questa volta non per la lontananza da casa o da Princeton, ma un vero e proprio spleen pre-amoroso, ovvero lo struggimento di quando ami qualcuno e non sai se sei corrisposto), può averla scritta ancora una volta di notte, nascosto dietro un manuale sulla fanteria. O può averla scritta a mente rincasando da una festa dov’era andato insieme a Zelda, appena conosciuta. Rincasava e sapeva di non volere rincasare. Rincasava e sapeva che casa sua era Zelda. Di già.

Nel 1920 Fitzgerald compie il suo primo viaggio in Europa e, sempre quell’anno, si sposa a New York con Zelda. La poesia di quell’anno, “Partiamo questa notte”, descrive una riva spettrale, in cui si rispecchiano le ombre di mille giorni, “poveri relitti striati di grigio, anni inutili”. Tutto questo, la strada senza luna, le nuvole che si fan pioggia, viene lasciato alle spalle per andare incontro a qualcos’altro. Dove sono poi andati Fitzgerald e Zelda? Verso che domani hanno viaggiato?
Poi sono andati dappertutto. In giro per il Nord America e poi in Europa – Francia e Italia e Capri e Roma e Firenze e moltissimo in Costa Azzurra. Sono andati ad Algeri e a Cuba. Scott e Zelda erano due nomadi, e questo era il loro domani, questo sentirsi a casa in un posto dove non erano mai stati. Il mondo davanti, e tutte le possibilità.

Durante le ricerche per il vostro libro avete scoperto aneddoti inaspettati che vi hanno svelato lati dei loro caratteri che non conoscevate?
Gli aneddoti inaspettati riguardano il (suo) futuro, il post-mortem, quello che ne è stato di Zelda dopo Scott e Zelda – e sono, per esempio, che Patti Smith ha avuto Zelda come primo modello di riferimento di ragazza ribelle (lo racconta in just kids”, da bambina ha letto la biografia di Zelda e ne è rimasta folgorata) e che Janis Japlin adorava Zelda e l’ultimo anno della sua vita l’ha passato con la biografia di Zelda nella borsetta, oppure che Woody Allen a inizio anni settanta era talmente innamorato di Zelda da scrivere una sceneggiatura sulla sua vita (poi il film non l’ha mai fatto, ma pensiamo io e Daniele che Zelig in parte sia ispirato a Zelda), e così via, di Zelda è costellata la storia della musica, del cinema, della letteratura, anche del fumetto (Superzelda è la prima biografia a fumetti, ma ci sono sue apparizioni precedenti in altri fumetti), dei videogiochi con The legend of Zelda (il nome è stato dichiaratamente scelto pensando a Zelda).

Illustrazione di Daniele Marotta della poesia inedita "Partiamo questa notte" di F.S.Fitzgerald, Smemo 12 mesi 2014