Certe cose non cambieranno mai, e certi giochi ci saranno per sempre. Tipo, King of Fighters esiste dal 1994, anno in cui una generazione di gamer veniva svezzata, istruita a riconoscere la bellezza nei videogiochi, anche grazie a macchine come il Neo Geo, mitica console degli anni Novanta disponibile solo in importazione parallela e soprattutto con giochi che costavano centinaia di euro l’uno. King of Fighters ha attraversato le epoche ed è arrivato fino a noi, fino a questo King of Fighters XV. Che non è tanto diverso dal King of Fighters del 1994.
Niente di nuovo sotto il sole delle mazzate
Non fraintendetemi, non è che King of Fighters non si sia evoluto: lo splendore grafico del quindicesimo episodio è scintillante. Però è innegabile che il cuore del gioco sia rimasto lo stesso: mazzate tre contro tre, e quaranta personaggi tra cui scegliere, tutti assurdamente tamarri e la maggior parte senza alcun senso. C’è la sciamana ambientalista, il wrestler attempato col cappello da cowboy, la tipa in pigiama che combatte con un cuscino, il marine spaziale dotato di esoscheletro fantascientifico… roba così, totalmente a caso. Faccio solo notare che siamo nel 2022, post-me too, nuovo femminismo, etc… ma i personaggi femminili sono ancora, come dire, curiosamente proporzionati, ecco. Soprattutto nella parte superiore del corpo. Non aggiungiamo altro.
King of Fighters XV in fondo è come ritrovare un vecchio amico. Ci dà sicurezza, come tutte le cose familiari. Ciò non toglie che la pubblicità di lancio – “andrà oltre tutte le aspettative!” – bè, esagerà un po’. In realtà il gioco fa esattamente quello che ci aspettavamo. Ma è sempre piacevole passare del tempo insieme, almeno finché la coordinazione occhio-mano regge.
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