L’amico ritrovato. La struggente storia di due studenti tedeschi durante il nazismo

di Alessia Gemma

Recensioni

Per la Giornata della Memoria, oggi 27 dicembre, e per sempre, consiglio un classico, un libro di formazione che rende dolce una questione atroce.

da L’amico ritrovato, illustrazione di Manuele Fior

Cominciamo dalla fine di questa storia: “Tutto questo mi tornò alla memoria poco tempo fa quando mi giunse, del tutto inattesa, una richiesta di fondi da parte del Karl Alexander Gymnasium, accompagnata da un libretto contenente una lista di nomi, per l’erezione di un monumento funebre alla memoria degli allievi caduti durante la seconda guerra mondiale.”

Il libro è L’amico ritrovato, di Fred Uhlman, uno dei più grandi racconti di formazione. Anzi no, è una novella, che è più di un racconto, poco meno di un romanzo per la sua elaborazione.

Il protagonista è Hans Schwarz ebreo di origini borghesi che cominci a narrare in prima persona dell’amicizia nata con Konradin von Hohenfels, un ragazzo di nobile famiglia, al Liceo Classico di Stoccarda. I giorni più belli della sua vita che improvvisamente diventeranno i più dolorosi. Il nazismo li dividerà e le rispettive solitudini che questi due 16enni avevano colmato con la loro trovata amicizia finiranno per tornare ad essere immense e spaventose. Hans e Konradin si volevano bene, ma il loro divario culturale e sociale gli infliggerà una separazione netta e Hans sarà costretto ad andarsene dalla sua scuola

“La politica riguardava gli adulti; noi avevamo già i nostri problemi. E quello che ci pareva più urgente era imparare a fare il miglior uso possibile della vita, oltre, naturalmente, a cercare di scoprire quale scopo avesse, se l’aveva, e a chiederci quale potesse essere la condizione umana in questo cosmo spaventoso e incommensurabile. Questi sì che erano veri dilemmi, quesiti di valore eterno, assai più importanti per noi dell’esistenza di due personaggi ridicoli ed effimeri come Hitler e Mussolini.”

da L’amico ritrovato, illustrazione di Manuele Fior

Il tempo e l’età adulta sveleranno però un finale inaspettato e grandioso. Pieno di Resistenza.  

Questo libro fu pubblicato in Italia in Italia per Longanesi nel 1979 con il titolo Ritorno. George Steiner lo definirà un’opera letteraria rara. E nel 1987 l’autore Fred Uhlman pubblicò un seguito del libro dal titolo Un’anima non vile, che narra la storia dal punto di vista di Konradin. Si apprende che prima di morire Konradin aveva scritto all’amico una lettera mai arrivata a destinazione, in quanto il padre rifiuterà di spedirla.

Dal libro ne fu tratto anche un film

L’amico ritrovato, il film

Ora Feltrinelli ha pubblicato una nuova edizione de L’amico ritrovato illustrata da Manuele Fior 

da L’amico ritrovato, illustrazione di Manuele Fior

Ho iniziato dalla fine. Chiudo con l’incipit. “Entrò nella mia vita nel febbraio del 1932 per non uscirne più. Da allora è passato più di un quarto di secolo, più di novemila giorni tediosi e senza scopo, che l’assenza della speranza ha reso tutti ugualmente vuoti – giorni e anni, molti dei quali morti come le foglie secche su un albero inaridito. Ricordo il giorno e l’ora in cui il mio sguardo si posò per la prima volta sul ragazzo che doveva diventare la fonte della mia più grande felicità e della mia più totale disperazione.”