
Nel 2012 pare fosse finito per tutti il sogno Erasmus e invece quest’anno compie 29 anni (un po’ fuoricorso!). È l’European Region Action Scheme for the Mobility of University Students, lo sballo per gli studenti universitari, il ritratto di una generazione secondo un recente studio dell’Università Niccolò Cusano.
Qual è l’identikit dello studente Erasmus?
Lo studente Erasmus è in prevalenza donna (61%), secondo dati interni dell’Ateneo romano, studia alla facoltà di economia, ha 22 anni e parte per un periodo di sei mesi avvalendosi di una borsa di studio del valore medio di 272 euro mensili.
In ordine di preferenza le mete più ambite dallo studente Erasmus italiano sono: Spagna, Francia, Germania, Regno Unito e Portogallo; mentre l’Italia si posiziona al quinto posto nelle mete preferite dagli studenti stranieri.
Curiosità: il 64% dei datori di lavoro afferma di essere propenso ad attribuire maggiori responsabilità al personale con esperienza internazionale. Dal 1987 ad oggi, circa un milione di bambini sono nati da coppie che si sono formate in Erasmus e quasi un terzo di chi va in Erasmus dichiara di essersi innamorato durante l’esperienza!
Dallo studio emerge che i giovani che effettuano un periodo di studio all’estero vivono un’esperienza di crescita personale: in particolare accrescono la capacità di risolvere problemi, l’apertura mentale, la capacità di prendere decisioni, la conoscenza di sé, la curiosità e la fiducia in se stessi.
L’impatto sul mercato del lavoro del progetto Erasmus produce esiti positivi, complici il valore aggiunto apportato al curriculum vitae e soprattutto il bagaglio linguistico arricchito di chi è partito in Erasmus: il tasso di disoccupazione degli ex-Erasmus dopo 5 anni dal conseguimento dalla laurea è del 23% inferiore rispetto al tasso di disoccupazione di coloro che hanno deciso di non partire. Inoltre, il 64% dei datori di lavoro afferma di essere propenso ad attribuire maggiori responsabilità al personale con esperienza internazionale rispetto a chi non ne ha.
Il progetto Erasmus allarga gli orizzonti degli studenti e la loro rete di relazioni. Il 93% degli studenti che hanno vissuto questa esperienza internazionale, infatti, afferma di voler vivere all’estero in futuro, contro il 73% di coloro che sono rimasti a studiare nel proprio Paese. Per di più, il numero degli studenti Erasmus che cambia Paese di residenza almeno una volta dopo la laurea è di due volte maggiore rispetto a quello di coloro che non hanno vissuto un’esperienza di mobilità durante gli studi.
“Erasmus ha creato la prima generazione di giovani europei. Io la chiamo una rivoluzione sessuale, un giovane catalano incontra una ragazza fiamminga, si innamorano, si sposano, diventano europei come i loro figli. Dovrebbe essere obbligatorio, e non solo per gli studenti: anche per i taxisti, gli idraulici, i lavoratori. Passare un periodo nei paesi dell’Unione Europea, per integrarsi.” Umberto Eco
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