Angelica Littamè, classe ’96 originaria del Veneto, è tra i 12 finalisti di Sanremo Giovani 2021. Stasera si esibirà in prima serata su Rai1 per conquistare uno dei tre posti a disposizione nel cast di Sanremo 2022. Ascoltando la sua canzone “Cazzo avete da guardare” si capisce che è una senza peli sulla lingua, a cui non piace chi punta il dito e che preferisce essere se stessa piuttosto che fare tendenza. Il pezzo, dal sound pop con venature elettroniche scritto dalla stessa Littamè insieme a Stefano Paviani e Laguna che ne hanno curato anche la produzione, è un inno alla libertà al di là dei pregiudizi degli altri. In un botta e risposta ci ha raccontato com’è arrivata fino qui.
Ciao Littamè, raccontaci quando e come nasce la tua passione per la musica.
Ciao! Non saprei dire quando è nata, la musica ha accompagnato la mia vita da sempre, a partire dai miei genitori che ascoltano tantissimi dischi. Quando da piccola mi chiedevano “Cosa vuoi fare da grande?” rispondevo senza esitare “La cantante”.
Conosciamoci meglio: tre cose che ti piacciono e tre che odi!
Mi piace disegnare, viaggiare e sono una fan delle tisane; non mi piacciono i ragni, chi non attraversa sulle strisce e l’asimmetria.
Tre canzoni che ti hanno fatto amare questo mestiere.
“Charlie Brown” dei Coldplay, “Lasciami andare” di Levante e “Dancing” di Elisa.
Quali sono le tue passioni, oltre alla musica?
La pallavolo (infatti gioco a livello agonistico a Conselve), il cinema e l’arte in generale.
“Cazzo avete da guardare?” l’abbiamo pensato tutti, almeno una volta nella vita. Il tuo pezzo è un inno alla libertà di essere se stessi, al coraggio di esporsi al di là dei giudizi degli altri. Hai partecipato alla scrittura della canzone insieme a Stefano Paviani e Laguna , com’è nata (anche dal punto di vista delle sonorità) e perché hai sentito la necessità di affrontare questo tema?
Come sonorità ci siamo ispirati al mondo inglese, mentre a livello testuale ho voluto portare un pezzo della mia vita e di esperienza realmente vissute da persone a me vicine, per far capire loro che non erano sole.
Cos’è per te la libertà? Cosa significa essere davvero liberi dal giudizio degli altri nell’era dei social, in cui ci esponiamo continuamente allo sguardo altrui?
Per me la libertà è sinonimo di felicità: non sentirsi sempre con il dito puntato addosso fa vivere più serenamente e con più leggerezza.
Nel brano parli anche dell’importanza di mettere a nudo le insicurezze. A te succede anche nella vita di esporti così?
Sì, non mi vergogno di piangere anche davanti agli altri. E se c’è qualche problema cerco sempre di parlarne, perché penso vadano affrontati senza timore.
Com’è che avete scelto un titolo con una parolaccia per puntare ad un palco così nazional popolare come quello dell’Ariston?
Non voleva essere una sfida (ride, ndr). Volevamo un titolo forte per portare sul palco un messaggio forte come quello espresso nel testo.
Per partecipare all’Eurovision i Måneskin hanno tolto le parolacce da “Zitti e buoni”. Cosa ne pensi? Lo faresti anche tu?
Se non lasciassero altra scelta, sì.
In bocca al lupo… anzi, merda merda merda! Lasciaci una citazione dalla tua canzone sulla Smemo 🙂
“Cazzo avete da guardare / alla mia festa si balla male”. Ciao Smemo 🙂
Testo “Cazzo avete da guardare” di Littamé
BIOGRAFIA
Angelica Littamè, in arte Littamè, nasce nel 1996 a Monselice (PD) e fin da piccola si avvicina al mondo della musica, ascoltando grandi artisti pop internazionali e nazionali come Coldplay, Florence and the Machine, Levante, Elisa e Negramaro tra gli altri. A 16 anni inizia a prendere lezioni di canto e da quel momento si esibisce in serate ed eventi della sua zona. Laureata in Storia e Tutela dei Beni Culturali, alla passione per la musica affianca anche quella per la pallavolo, giocando a livello agonistico nel Conselve. Nel 2020 sente l’esigenza di raccontare la sua vita e le sue emozioni in musica, e inizia a scrivere le proprie canzoni. A giugno 2021 si aggiudica un posto tra i primi 6 artisti al “Fatti Sentire”, Festival della musica emergente italiana in onda su Rai2.
Lascia un commento