
James Joyce ce lo ricordiamo soprattutto per l’Ulisse, un flusso di coscienza ininterrotto, senza segni di punteggiatura. Qualcuno c’è morto leggendolo tutto d’un fiato! L’Ulisse viene considerato uno dei romanzi più importanti della letteratura del XX secolo ed è una delle pietre miliari nella genesi del romanzo moderno.
È un’opera folle e francamente faticosissima da leggere. Eppure nessuno gli ha mai dato del matto.

Sua figlia Lucia Joice invece ha avuto una sorta molto più triste. Nonostante fosse figlia d’arte e avesse una madre e un padre che per l’arte avevano patito e fatto tentativi, non ebbe la possibilità di poter fare quello per cui pare fosse estremamente portata, la danza. Era una ballerina bravissima negli anni Trenta parigini, ma a lei invece fu detto di essere matta, e per questa sua vocazione non realizzata finì in manicomio.

La storia della famiglia Joice e di Lucia la racconta ora un graphic novel intenso e poetico già dalla copertina: “Dotter of her father’s eyes”.
Realizzato dalla coppia Mary e Bryan Talbot è un volume “biografico”, in cui Mary Talbot riversa un interesse di natura strettamente personale: la sceneggiatrice è infatti la figlia dell’eminente studioso di Joyce, il professor James S. Atherton, un uomo difficile, ossessivo, sempre chiuso nel suo studio, che rievoca inevitabilmente la figura di Joyce e il suo rapporto con la figlia.
Le tavole di Bryan, invece, forniscono alla storia di sua moglie disegni in bianco e nero di una Parigi degli anni ’30, seppie per il dopoguerra in Inghilterra, quattro colori per il presente.
La vita di Lucia viene raccontata attraverso la difficile relazione con il padre (che rifiutava la sua carriera di ballerina), l’intrico bohémien della relazione tra i suoi genitori, il suo amore per Samuel Beckett, l’odio nei confronti di sua madre, infine la pazzia.
Come sempre un graphic novel ci racconta e spiega bene la vita e le vicende di un personaggio noto a pochi, di una donna vessata dalle imposizioni sociali e da un rapporto familiare opprimente e cieco. Fu il fratello maschio a proporre di internarla…

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