
Ma se chiedi chi è Albert Einstein tutti lo sanno e la sua faccia l’hai vista mille volte, anche nei MEME.
Se chiedi chi è Marie Curie ti rispondono solo i secchioni più secchioni, e neanche loro avranno mai visto il suo viso.
Eppure Marie Curie, nata 12 anni prima di Einstein, era un fisico, come lui, aveva due lauree, come lui, una in fisica, come lui, l’altra in matematica, diversamente da lui che era filosofo, ma si sa… matematica e filosofia sono sorelle. Ottenne due premi Nobel. Einstein uno soltanto. Era un genio, come Einstein. Ma in più Marie era donna!
Nessuno se la ricorda più, per questo il graphic novel di Alice Milani, su “Marie Curie”, è bello e illuminante: c’insegna la vita di una donna straordinaria, un esempio di costanza, ribellione, genio, personalità.
Polacca, naturalizzata francese, ultima di 5 figli, inizia gli studi da autodidatta. Fu ed è ancora l’unica donna tra i quattro vincitori di più di un Nobel e, insieme a Linus Pauling, l’unica ad averlo vinto in due aree distinte: nel 1903 fu insignita del premio Nobel per la fisica (assieme al marito Pierre Curie e ad Antoine Henri Becquerel) per i loro studi sulle radiazioni e, nel 1911, del premio Nobel per la chimica per la sua scoperta del radio e del polonio.
Nel romanzo a fumetti di Alice Milani viene tratteggiata la Marie Curie studentessa, madre (sì, perché in tutto ciò ebbe anche tempo e voglia di fare due figli) e soprattutto amante a amore di Pierre Curie. Una vita di passioni, per lo studio, la ricerca, per Pierre.
Tutto quello che serve capire di Marie perché diventi simpatica e ammirabile è in questo libro. Quello invece che fa simpatia è conoscere come fosse già da bambina una molto molto tosta, attraverso tre aneddoti che non sono nel libro ma qualcuno ha fortunatamente messo in internet!
Maria ha quattro anni e si trova in campagna con i suoi fratelli. Una mattina sua sorella Bronia, di sette anni, legge stentatamente il testo dell’album che suo padre le porge. Allora Maria spazientita glielo prende dalle mani e legge, solo con un po’ d’incertezza, la prima frase. Soddisfatta per lo stupore che la circonda prosegue la lettura, poi, colta dalla sensazione d’essere stata sfacciata, farfuglia una scusa: “Non l’ho fatto apposta, è così facile…”.
Il secondo episodio si svolge a scuola dove l’insegnante, trasgredendo il regolamento, insegna la storia della Polonia in polacco. Maria ha dieci anni. Un giorno improvvisamente squilla un campanello e le alunne nascondono i libri di storia, si apre la porta della classe ed entra il signor Hornberg, ispettore degli istituti privati di Varsavia. L’ispettore interroga Maria sulla storia della Russia zarista e l’allieva risponde senza commettere errori. Quando l’ispettore lascia la stanza, Maria scoppia in singhiozzi: umiliata per il servilismo mostrato davanti all’ispettore russo, non se ne dimenticherà mai più.
Il terzo episodio ha luogo nello stesso periodo, nella sala da pranzo della scuola. Maria, i gomiti sul tavolo, i pollici sulle orecchie per proteggersi dal rumore, è immersa nella lettura di un libro. Questa sua maniera di astrarsi e d’isolarsi fa ridere sempre gli altri bambini che quel giorno decidono di architettarle uno scherzo circondandola con una piramide di sedie e aspettando che la catasta crolli. I minuti passano e Maria immobile non si è accorta di niente, improvvisamente fa un gesto e le sedie cadono con un gran fracasso. Maria si massaggia la spalla urtata da una sedia, si alza, prende il suo libro, e borbotta: “che idiozia!”, uscendo dignitosamente dalla stanza. Tale approccio serio e severo sarà una costante e un elemento di forza nella sua vita, anche durante gli anni a venire.
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