Meldestro: “Ragazzi, andate e fate l’amore!”

di Irma Ciccarelli

Le Smemo Interviste
Meldestro: “Ragazzi, andate e fate l’amore!”

Dopo due anni dall’ultimo progetto discografico, il cantautore Maldestro torna con un nuovo album dal titolo Egosistema che, come lui stesso ha raccontato nella nostra intervista, rappresenta una nuova consapevolezza di sè e del suo lavoro.

Non solo di musica, Maldestro ci ha raccontato anche del suo periodo alle scuole superiori e non nasconde il fatto che sia stato tutto tranne che uno studente modello, ma ha sottolineato una verità che spesso viene sottovalutata: il ruolo fondamentale dell’insegnante.

Eh sì, qualche rimpianto di quel periodo ce l’ha e ha anche dichiarato che se fosse ancora un adolescente, a scuola con i compagni ascolterebbe…attenzione…Despacito! E mentre lui ascolterà e ballerà questa canzone, perdendosi nei ricordi di quegli anni, vi consigliamo di ascoltare Egosistema.

Ecco la tracklist: Ma chi me lo fa fare, EgoSistema, Precario equilibrio, Anna se ne frega, Pezzi di me, Il panico dell’ansia, Leggero, Segnali di fumo, Paranoie, Un’altra bella scena (porno), Come Kim Ki-Duk.

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Maldestro racconta Egosistema: il nuovo album

Egosistema è il titolo del tuo nuovo album. C’è stata un’esperienza determinante che ti ha spinto a metterti di nuovo al lavoro dopo 2 anni dall’ultimo progetto discografico?

In Egosistema troviamo due anni di esperienze e di incontri che mi hanno portato a scrivere questo album alla fine 2019. È stato il frutto di una grande esperienza che mi ha permesso di avere più consapevolezza di ciò che stavo facendo e di presentare questo disco in modo molto naturale.

Del passato non rinnego niente, assolutamente no, perché mi ha portato a quello che sono oggi e conservo sempre la capacità e la voglia di giocare, la voglia di curiosare e di poter cambiare continuamente, magari l’anno prossimo farò un disco dove suonerò solo le nacchere (ride).

Egosistema- Ecosistema. Chi è Maldestro in contatto con gli altri?

A volte sono turbato e tormentato, altre in pace con gli altri. Sono un essere umano pieno di contraddizione, come un po’ tutti. In questo periodo, in questo momento di tranquillità sono in pace con me stesso e con gli altri, è così che funziona: quando sei in pace con te stesso ti ritrovi a far la pace con l’altro.

A scuola che tipo eri? Uno che studiava tanto oppure pensavi ad altro?

Ero mezzo pazzo! Non ho mai aperto un libro in vita mia, mai fatta un’interrogazione, mai un compito in classe, tranne quello di italiano dove stavo ore e ore a scrivere! Per il resto, stavo sei ore fuori: ero abbastanza turbolento. Insomma, la scuola l’ho vissuta male, per me è stata una brutta esperienza.

Hai qualche rimpianto, rimorso, per il modo in cui hai vissuto quel periodo?

No, non mi pento di nulla perché riflettendoci è stata colpa del fatto di non avere gli strumenti giusti e non c’è stato il professore giusto. L’insegnante ha un ruolo fondamentalissimo, è come un medico: se tu ci pensi metà della nostra vita adolescenziale, la più importante, la passiamo più a scuola che a casa con i genitori.

L’insegnante ha il potere di guidarti lungo il tuo percorso, di farti amare o odiare una materia, magari se il professore di matematica è uno stronzo, ti porterai quella materia come falla per tutta la vita. È complicato fare l’insegnante, bisogna avere veramente un cuore grande e una testa importante, ma purtroppo non sempre è così.

Non mi pento della parte fanciullesca della scuola, ma avrei voluto fare qualche gita con i compagni, il classico. Per fortuna, non ho mai perso il mio lato bambino e queste cose poi l’ho riprese da grande, le ho vissute in un altro modo, ma comunque le ho vissute.

Che musica ascoltavi in quel periodo e cosa ascolteresti se frequentassi oggi le superiori?

Alle superiori già stavo male, quindi ascoltavo Ivano Fossati, Gaber, De Andrè. Se tornassi oggi a scuola, sarei insieme agli altri a fare il Despacito.

Con quale brano di questo album ti presenteresti a un gruppo di ragazzi che non ti conoscono?

Wow! Forse, con “Segnali di Fumo”: è un modo di raccontare l’amore e il cuore, quello che ha dentro, a volte ha più valore di quello che sente.

Hai affermato che non si parla spesso di amore. Come spiegheresti, come descriveresti l’amore a un ragazzo delle superiori, ad un’adolescente, e come ad un adulto?

Non lo spiegherei: l’amore si capisce da solo. L’amore non va spiegato, va sentito. Posso semplicemente dire che è la cosa più bella del mondo, ma è anche la più banale che esista, è la ragione per cui tutto si muove. Non mi va di spiegare l’amore ad un ragazzo di 18 anni, mi va di dirgli “Va e fa l’amore!”.

Progetti futuri: hai accennato alla stesura del primo romanzo. Puoi accennare qualcosa?

Sì, sto terminando il mio primo romanzo e ho quasi finito la trilogia di racconti, ma è ancora tutto in divenire.