L’Estate dell’Alligatore Atto III

di L'Alligatore

Recensioni
L’Estate dell’Alligatore – Atto III

 

Conosco Felpa da molto tempo. Per chi non lo sapesse Felpa è il nome con il quale da qualche anno si propone Daniele Carretti, degli Offlaga Disco Pax (ODP), storico gruppo degli anni zero, tra i più importanti del nostro indie-rock. Con questo nuovo album, terzo capitolo di un’ipotetica trilogia sul rapporto con gli altri, dopo “Abbandono” e “Paura”, arriva “Tregua” a segnalare un momento di calma personale. Non a caso c’è un’atmosfera rilassata/rilassante, da gustarsi tra un tè e una tisana, fumi d’incenso e larghi respiri yoga. Registrato, suonato, mixato in solitaria nella sua casa di Reggio Emilia, “Tregua” è contraddistinto da otto semplici pezzi dal ritmo regolare, con un lato A e un lato B come nei vecchi vinili. Da “Svegliarsi”, strumentale messo in apertura, a “Dormire”, fine spettacolare, come il finale di un bel film. In mezzo gioielli quali “Ancora”, canzone d’amore con parole pensate ma non pesanti, sottolineate da un’elettronica suadente, “Polare”, intimo e sexy, è il brano con un cuore molto ODP e un testo magnifico (“il sole a mezzanotte che ci farebbe piangere”),  “Onde”, pezzo liquido, senza parole … ma tutto “Tregua” lascia senza parole. Tra i miei dischi preferiti del 2018. facebook.com/abbandonoFelpa

Lisa Kant è un nome da personaggio dei fumetti, ma anche la sua musica è tra mito e realtà. Anche nel modo di proporsi live, tra tute e trucchi, patos e diavolerie elettroniche, può di certo ricordare un’eroina delle nuvole parlanti. Il suo “Trinus”, concepito ancora nel 2016 nella sua Maremma, tra le fantastiche vie cave etrusche e boschi incantati, ha preso forma grazie all’incontro del genio dell’elettronica Alberto Tuzzy, che con la sua Elastica Records l’ha prodotto. Ne è uscito un disco sofisticato, come la copertina, un incontro ben congegnato tra musica moderna e il Canto Gregoriano, i Vangeli Apocrifi e la bass music. Tutto questo e molto altro nel cd d’esordio della cantante e studiosa di musica antica. Ovviamente non è semplice da descrivere un album così. È meglio ascoltarlo cercando di indovinare chi è Lisa Kant. Regina o giullare? Alchimista o strega … ascoltate “Trinus” e decidete voi. facebook.com/lisakantartist

Cantautore di razza questo Canìs, all’esordio con “Effetto Doppler”. Lo vedi dalla faccia, dalla voce, dai suoni, dagli strumenti e le parole usate. E anche nelle idee “letterarie”, come quella di raccontare i mesi dell’anno legandoli a ricordi personali o meno. Ogni mese è il titolo di una canzone, in perfetto ordine, da gennaio a dicembre. A me piace molto “Marzo”, non solo perché è il mio mese, ma perché sembra il perfetto bozzetto di provincia, con lui al piano a raccontare in modo surreale un amore con molto fiato e molti fiati. Anche il trittico estivo mi piace: “Giugno”, ironico piano/voce e clarinetto, “Luglio”, caldo come ti aspetti, dal gran ritmo e la fisarmonica, sempre apprezzabile, “Agosto”, dal piano malinconico e il testo deciso, fiati maestosi e la musica in accumulazione (è il mio preferito). Poi c’è “Settembre”, quasi rock, “Ottobre” teatrale, ironico, con disincanto dagli echi caposseliani, “Novembre”, con piano elettrico, tra poesia e sinfonia … Un nuovo cantautore è nato: la provincia, lombarda, la Lomellina, un bar dove ha vissuto, credendolo il suo universo. Un universo che è poi diventato canzoni. Ora un bel disco, “Effetto Doppler”. facebook.com/CanisSoriani

Vanarin, che bel nome per un gruppo, ma ancora meglio è la musica che fanno. Eccentrici e surreali come la copertina di “Overnight”, loro esordio targato Woodworm Label. 10 brani contaminati/contaminanti, da “Holding”, popparello saltellante e gioioso, che sembra uscire dagli anni ’60 rivisti negli ’80 (è stato il loro primo singolo), a “Step In The Light”, ritmico e robotico travolgente, a “It’s In The Sky”, ipnotico e giocattoloso. E siamo solo ai primi tre pezzi. “Tulpa” mi ricorda i migliori XTC, con le loro tastiere acide, “To Lose My Cool” è un soul con urletti alla Terence Trent D’Arby e una chitarra alla Pino Daniele, “Lights Out” è letterario flusso di coscienza di un carcerato che attende la fine della giornata, “Jellypie” è un intimo e onirico chitarra/vocalizzi. Si chiude in bellezza con “I Wouldn’t Mind”, pop che entra nella mente, “Hanging From A Cloud” danzereccia summa del cd, “A Question Of Time”, pezzo rilassato/rilassante, ultimo brano di questo magico album. Importante nota tecnica: Roberta Sammarelli, dei Verdena, è la manager del gruppo, perfetta nel consigliare la band, aiutandola in fase produttiva. Attendiamo il prossimo disco. facebook.com/vanarinmusic

 

 

I Manovalanza sono il perfetto gruppo da palchi infuocati. Il loro ska-punk trascinante è l’ideale per scatenarsi, torcersi e urlare nelle sere d’estate. Questo per dire che la dimensione live è per i Manovalanza la più congeniale, e il recente disco uscito con la messicana Impacto Records, è quello giusto per fare la loro conoscenza. Si tratta di “Last Live at Terrazza sul Lago”, album registrato dal vivo in occasione della chiusura di un locale importante per la storia del gruppo e la musica in Valtiberina, provincia di Arezzo, Toscana profonda. Avevano iniziato a suonare proprio in quel luogo 12 anni fa, per questo hanno voluto rendergli omaggio, registrandoci un live l’ultimo giorno di apertura. Quindici tiratissimi pezzi, tra i quali è quasi impossibile scegliere (bisogna prenderlo in blocco, credo sia intuibile), quindici canzoni tra sarcasmo e partecipazione, per tentare di allontanare la malinconia, che quel giorno ci deve essere stata. Ma nel cd non si sente, emerge la forte vibra dei Manovalanza, che continuano a suonare in giro per il mondo. Se vi passano vicino, cercate di prenderli vivi. facebook.com/ManovalanzaSkaCore