Una volta, quando un film era chiaramente senza trama, ma con un bel po’ di azione e avventura, si diceva che era un fumettone. Oggi però i tempi sono cambiati, e sia i fumetti che i film tratti dai fumetti sono diventati terribilmente seri. Pensate all’inizio di Avengers Endgame: un dramma. E allora, i fumettoni al cinema non esistono più. Adesso quel ruolo lì l’hanno preso i videogiochi. Che ancora possono permettersi di avere la trama a caso e comunque sempre al servizio delle mazzate. E per fortuna poi da quei videogame fanno anche i film. Tipo Mortal Kombat.
2021 > 1995
Ok, a dire il vero il film di Mortal Kombat l’avevano già fatto, anzi ne hanno già fatti due negli anni Novanta. Anni Novanta che erano gli anni d’oro delle sale giochi, la fila davanti per giocare, chi-vince-rimane, gli anni d’oro dei picchiaduro: Street Fighter e – appunto – Mortal Kombat.
Ecco, il punto però qui non è la nostalgia, anche se è vero se uno fosse nato con Mortal Kombat adesso avrebbe quasi trent’anni (!). Il punto non è la nostalgia, ma piuttosto il fatto che negli anni Novanta i gamer erano più che pronti per Mortal Kombat, invece l’industria del cinema non lo era. Nel senso che, qual è la particolarità di Mortal Kombat? In fondo non è altro che il solito videogioco con due guerrieri che combattono uno contro l’altro, c’è la barra dell’energia, calci-pugni-spadate-palle di fuoco… insomma, la solita roba. Ma cos’è che distingue Mortal Kombat da tutti gli altri giochi di questo genere? Beh, facile. Lo splatter.
Fatality!
Eh sì, la violenza sanguinolenta. Che nei Novanta si poteva mettere nelle sale giochi, ma a quei tempi ancora non su pellicola. Ecco perché il primo film non aveva dentro neanche un po’ di squartamenti, e questo chiaramente lo disinnescava. Nel 2021 questo problema, bè viene saltato a pie’ pari. Qui le fatality ci sono, eccome.
Dunque, è ovvio poi che il materiale di base da cui parte Mortal Kombat è stupido, se ci pensi. C’è un super torneo fantastico che oppone la terra all’altro mondo, a cui partecipano personaggi tipo ninja refrigeranti, lucertole sputa acido e mercenari con gli occhi laser. Quindi sì, è abbastanza stupido. Ma questo film (il regista è Simon McQuoid) fa l’unica cosa giusta da fare, e cioè abbracciare tutta questa stupidità con la massima serietà. E qualche effettaccio speciale splatter.
Intendiamoci: Mortal Kombat, film dell’anno 2021, potrebbe essere meglio. Potrebbe essere meglio nelle scene di lotta, potrebbe assomigliare meno a un grande prologo per altri due o tre film che faranno nei prossimi anni. Avrebbe potuto esserci Sub Zero che strappava la spina dorsale a qualcuno, e avrebbero potuto spiegarci perché diavolo Kombat si scrive con la K. Ma insomma, nonostante quello che manca, c’è esattamente tutto quello che deve esserci. E questo basta.
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