
Domanda praticamente retorica: quale piattaforma di streaming conta oltre 125 milioni di abbonati e quasi 2900 titoli tra film e serie TV? Inutile anche starci a pensare: Netflix, ovviamente, il leader indiscusso del suo campo con un fatturato di oltre 20 miliardi di dollari. La società statunitense è inoltre produttrice cinematografica e televisiva, con oltre 500 produzioni proprie.
Oltre a essere un titano capitalista, Netflix è anche molto attivo per quanto riguarda i diritti civili: durante “il mese del pride” ad esempio ha condiviso numerose immagini di baci gay sul suo profilo Twitter, ricevendo le solite critiche sterili di chi si sente offeso nell’animo da non si sa bene cosa, che ha accusato la piattaforma di streaming di inserire troppe storie LGBTQ nelle sue produzioni. Al che Netflix ha risposto (giustamente) dichiarando l’intenzione di inserirne ancora di più!
E così, grazie alle sue serie TV, abbiamo conosciuto personaggi come:
– Eric e Ola (Sex Education): il primo vive con estrema tranquillità la sua sessualità, anche se i suoi genitori sono preoccupati che qualcuno possa fargli del male; la seconda scopre di essere attratta dalle ragazze dopo la sua relazione fallimentare con il protagonista della serie e inizia un rapporto amoroso con la sua migliore amica;

– Monty, Winston, Alex, Charlie (13 Reasons Why): Monty, data la sua fama di bulletto e giocatore di football non ammette mai la relazione con Winston, gay dichiarato; Alex ci mette tantissimo a capirlo nonostante alcune “avvisaglie” nel corso delle stagioni; Charlie, il suo ragazzo, è dichiarato;
– Helsinki, Oslo, Palermo (La Casa di Carta): i primi due una coppia di fatto all’interno della banda; l’ultimo non riesce mai a dichiarare il suo amore per Berlino;

– Robin (Stranger Things): una sorpresa il suo coming out, quando un po’ tutti pensavamo che si sarebbe messa con Steve; lei, invece, confessa il suo amore per una tale Tammy;
Oltre all’attivismo LGBTQ, Netflix ha voluto espressamente seguire e sostenere il movimento antirazzista Black Lives Matter, esploso negli USA dopo l’ignobile assassinio di George Floyd, ennesimo episodio orribile di discriminazione finita in tragedia. Il suo sostegno consiste nella donazione di 5 milioni di dollari ad alcune delle organizzazioni del movimento, affinché possano crescere e far sentire la loro voce.

L’intenzione della piattaforma è proprio questa: dedicare un’intera sezione, tra film, documentari e serie TV, alla sensibilizzazione per raccontare i soprusi e le ingiustizie che comunemente vive la comunità nera, principalmente negli States ma purtroppo un po’ in tutto il mondo. Tra le proposte di questa sezione c’è sia la popolare serie TV Orange Is The New Black, che parla delle vicende che si sviluppano all’interno di un carcere femminile, sia la mini-serie in 4 episodi When They See Us, decisamente tra le più toccanti: ambientata ad Harlem e basata su una storia vera, racconta l’ingiustizia che vivono cinque adolescenti neri dopo essere stati accusati senza prove di un’aggressione a Central Park. La serie ha ricevuto 11 nomination agli Emmy, vincendone uno per il miglior attore protagonista con Jharrel Jerome.
Considerata la spinta che sta dando Netflix, non importa che lo faccia per motivi di marketing o per dare un vero sostegno ai diritti civili: è un canale estremamente potente, in grado di raggiungere centinaia di milioni di persone. Ci auguriamo pertanto che la sua insistenza possa continuare a dare un contributo a queste battaglie che nel 2020 non dovrebbero neanche essere più necessarie. Per ora, ci sta riuscendo alla grande.
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