
Notevole disco di elettronica umanistica da parte dell’artista veneto Alessandro Zannier alias Ottodix. Con “MicrΩmega” ha creato un lavoro sfaccettato, interessante e allo stesso divertente, un pop electrowave cantanto in italiano, che non sfigura per nulla a livello internazionale, anzi… Ispirato al Voltaire di “Micromega”, testo filosofico fantascientifico, permette a Ottodix una disamina del mondo di oggi, tra superstizioni, ricerche scientifiche online, credenze e superstizioni da sfatare.
Nove pezzi tutti da ascoltare, con una lucidità pari solo alla loro vibra.
Il mio preferito è quello che ha dato (quasi) il titolo all’album, quel “MicrΩmega Boy” dal testo impeccabile, sul moderno uomo sempre giovane, sempre connesso, ma che ha inevitabilmente perso il senso del reale … a tratti classicheggiante, è un brano bello da morire, ideale per trascinare l’intero disco. Altrettanto belle e interessanti “Planisfera”, avvolgente elettronica umanistica, e “Zodiacantus”, ironico, ritmico, giochetto elettronico buono hit per la radio, grazie a ritornelli azzeccati e l’uso calibrato del synth. Da citare pure “Elettricità”, canzone pop di gusto internazionale con chitarrina sopraffina e un altro bel testo, e “Multiverso”, maestoso finale del disco dove perdersi e ritrovarsi tra tastiere, loop illuminanti nei suoi sette minuti e rotti di durata.
“MicrΩmega” è un concept-album come non se ne fanno più, ambizioso nel suono, quanto nei testi e nel modo di proporli, dai live ai contenuti extra che potrete trovare a partire dal Facebook dell’arista veneto. Uno dei dischi più interessanti dell’anno. Imperdibili per gli orfani di Bjork e dei Depeche Mode, con il valore aggiunto della lingua italiana…
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