Quello che so sull’amore l’ho imparato da Charlie Brown

di Michele R. Serra

Attualità - News

Oggi è San Valentino. Mercoledì scorso cadevano i vent’anni dalla morte di Charles Schulz, creatore dei Peanuts.

Ecco, tra le tante cose che Charles detto “Sparky” ci ha lasciato, dentro quel fumetto, c’è la visione più desolante e allo stesso tempo più terapeutica dell’amore che si sia mai vista in un’opera letteraria nell’ultimo secolo. Il riassunto l’ha fatto lo stesso Schulz in un’intervista del 1985, quando ha spiegato che tutti gli amori che ci sono nel suo fumetto sono non corrisposti: Charlie Brown ignora Piperita Patty, Schroeder ignora Lucy, Linus ignora Sally. E soprattutto Charlie Brown è ignorato dalla Ragazzina coi capelli rossi, il simbolo dell’amore perfetto e inarrivabile: talmente inarrivabile che Schulz non l’ha mai neppure disegnata, in cinquant’anni di fumetti.

L’amore è come il Grande Cocomero: non arriva mai

Perché l’amore, ci ha insegnato, non è altro che uno degli inevitabili fallimenti che incontreremo nella nostra vita. Lo stesso motivo per cui le partite di baseball si perdono tutte, i voti sono sempre dei sonori “due meno”, il pallone da football viene sempre spostato all’ultimo secondo, e il Grande Cocomero non arriva mai.

Eppure, anche se ci sarà sempre qualcuno che gli porterà via il pallone da sotto i piedi, proprio un attimo prima di riuscire a farlo volare lontano con una pedata liberatoria, Charlie Brown continua a prendere la rincorsa per andarlo a calciare, quel pallone. E allo stesso modo continua a cercare l’amore. Probabilmente è destinato a un’altra delusione, ma non importa, continua a ricercare affetto e tenerezza.

Charlie Brown, l’amore e le sconfitte

I Peanuts ci insegnano come venire a patti con la sconfitta amorosa, e allo stesso tempo fanno capire che in pochi attimi – o in poche vignette – si può giungere alla pacificazione. Il che è davvero terapeutico, soprattutto quando un bambino cresciuto con Charlie Brown improvvisamente scopre che, effettivamente, poi nella vita può capitare che qualche pezzo del grande puzzle, almeno per un attimo, si trovi nel posto giusto, e perfino che si affacci un fugace momento di soddisfazione. E allora Charlie Brown appare per quello che veramente è: una pietra di paragone della nostra inevitabile infelicità, capace di farci apprezzare di più la sorprendente felicità che ci può ancora colpire, nella vita.

Forse, per San Valentino, è il caso di lasciar perdere Prévert, e leggere qualche striscia dei Peanuts in più. In attesa di quel grande manuale d’amore che ancora non è stato scritto. E ovviamente neanche disegnato.