(Per tutti gli altri c’è) Masterpiece

di Alberto Forni

Recensioni
(Per tutti gli altri c’è) Masterpiece

Uno degli eventi che nel corso dell’anno ha catalizzato l’attenzione di tutto il bel mondo dell’editoria è stato senza dubbio Masterpiece.

 

La scorsa estate è uscita la notizia che in autunno sarebbe andato in onda su Rai 3 un reality dedicato agli aspiranti scrittori. Al vincitore sarebbe andato un contratto editoriale con la Bompiani, che avrebbe pubblicato il suo libro in 100mila copie.

Fra curiosità e qualche dubbio (era il primo reality al mondo sulla scrittura: potevamo, noi, essere più furbi di tutti gli altri, al mondo, su una cosa come i reality televisivi?), Masterpiece ha preso forma con la selezione dei partecipanti, la composizione della giuria, e tutte le cosine giuste che servono per fare un reality.

La prima puntata è andata in onda a metà novembre ed è stata molto seguita dagli addetti ai lavori, in modo particolare sui social network, dove la curiosità di vedere di cosa si trattasse ha coinvolto un po’ tutti.

Come accade in questi casi, le opinioni sono state differenti: a qualcuno il programma non è piaciuto, altri lo hanno difeso, altri ancora insomma e così via.

 

Anch’io mi sono divertito a twittare un po’ e alla fine della puntata – nel corso della quale, va detto, la pluralità di opinioni in nessun caso aveva toccato l’apice di “capolavoro che cambierà il volto della televisione e dell’editoria” – ho scritto questo.

 

Voleva essere una battuta, però – ATTENZIONE SPOILER!!! – si è rivelata una sorta di profezia.

 

La settimana dopo, anche su Twitter, l’entusiasmo si era già sgonfiato e dal momento che non riuscivo a rinvenire nel programma alcun motivo di interesse (sia detto senza alcuno snobismo, giacché posso rivendicare la visione di intere stagioni di programmi culturalmente discutibili come American Idol, Cops, Catfish e via dicendo) ho smesso di guardarlo.

Nel frattempo, alcuni aspiranti scrittori che avevano partecipato alle selezioni di Masterpiece e non erano stati scelti, ritenendo che i testi presentati nel programma non fossero poi tanto migliori dei loro, hanno deciso di creare un sito di “esclusi da Masterpiece” per ottenere un po’ di visibilità e proporre i loro lavori. Il tutto, ovviamente, facendo un po’ di sana polemica.

 

La notizia è subito rimbalzata in rete e anch’io sono andato sul sito trovandomi di fronte a questo Vietnam (le sottolineature rosse sono opera mia).

 

D’altra parte, a un grammar Nazi come me, un errore d’ortografia fa lo stesso effetto del sangue per uno squalo: mi scatena istinti ancestrali di inaudita violenza e mi altera il PH della litigiosità. Per questo ho subito pubblicato tutto sul mio blog.

Niente di personale eh, né contro gli esclusi da Masterpiece, né contro i baciati in fronte da Masterpiece, niente di niente, però se ti lamenti dicendo di essere stato ingiustamente escluso da un reality sulla scrittura e lo fai commettendo errori di ortografia comprensivi di sciatterie e refusi vari, be’, in pratica stai dando ragione a quelli che ti hanno escluso.

 

Nel giro di poche ore gli esclusi da Masterpiece hanno replicato, e avendo probabilmente rinvenuto in rete la mia biografia – dove si dice che sono stato autore di un programma andato in onda su Rai 3 (peraltro attraverso una società di produzione esterna) – hanno subito fatto scattare la protesi di complotto.

 

A quel punto però, per loro, la frittata era fatta e il giorno dopo, non sapendo più dove attaccarsi, gli esclusi da Masterpiece hanno cercato di arrampicarsi sui vetri aggiustare il tiro. Facendo, se possibile, ancora peggio. 

 

Due giorni più tardi, essendo calato un imbarazzante silenzio su tutta questa cazzata operazione, hanno provato a buttarla sul ridere. Stranamente, però, non ha riso nessuno.

  

In seguito, il reality sulla scrittura è andato avanti a forza di sbadigli eliminatorie, e pure il tentativo di spostarlo in prima serata per ridestarlo dalla catalessi allargare il pubblico si è risolto in un bagno di sangue nulla di fatto. 

Alla fine, si è giunti alla puntata conclusiva in una sorta di sollievo generale. Tranne ovviamente che per la Bompiani, con le sue 100mila copie da stampare sul groppone. 

Da mesi, tuttavia, di ‘sto fatto non si faceva più menzione da nessuna parte e persino in un’intervista a Laura Donnini, direttore generale di RCS libri, si era parlato genericamente di “tiratura importante”. Cioè boh.

Ma con un fantastico colpo di genio, il giorno dopo la fine del programma, sul sito del Corriere della Sera una ex giornalista del gruppo ha tirato nuovamente fuori la storia del numero di copie, dividendolo tuttavia (chissà con quale cognizione percentuale) fra carta e digitale.

 

Alla fine, insomma, la Bompiani ha “stampato” gran parte delle 100mila copie in e-book, mentre il numero di libri cartacei messi in circolazione rimane un segreto più segreto della formula della Coca-Cola.

E gli esclusi da Masterpiece? Be’, avevano ragione loro: il sito era proprio senza pretese.