Sono finalmente in arrivo i primi fondi del PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) per la scuola: 5,2 miliardi, degli oltre 17 miliardi che sono previsti nel corso dei prossimi anni, sia da distribuire alle scuole di ogni ordine e grado che da investire in per le infrastrutture.
L’annuncio è stato dato in una conferenza stampa dal Ministro dell’Istruzione, Patrizio Bianchi, che dice che questi fondi “ci permetteranno di fare quell’accelerazione di cui abbiamo bisogno per uscire dalla crisi pandemica e dalla lunga crisi che ha segnato il nostro Paese. Asili nido, su cui abbiamo lavorato con il Ministero della Famiglia, mense e palestre, necessarie per il tempo pieno e avvio della messa in sicurezza per ragioni sismiche, ambientali e pedagogiche, sono tra i principali interventi programmati dal PNRR per la scuola”.
All’interno del decreto, dove sono stati stabiliti i criteri di ripartizione dei fondi, è stata prestata attenzione al Sud Italia, al fine di colmare il divario con il resto del Paese: per questo motivo, infatti, sono stati destinati circa il 40% dei fondi proprio alle Regioni del Sud.
La Ministra per il Sud, Mara Carfagna, si è definita “pienamente soddisfatta del risultato ottenuto” ed ha affermato che “la scuola è il primo, grande banco di prova con cui ci siamo cimentati nell’azione di recupero dei divari tra Nord e Sud”.
Come saranno distribuiti i fondi del PNRR?
Gli asili nido e le scuole dell’infanzia riceveranno la parte più consistente, ossia 3 miliardi. Questo perché, come è stato sottolineato nel corso della conferenza stampa, l’obiettivo è quello di aumentare il numero di posti sia negli asili nido che nelle scuole dell’infanzia, portandolo a circa 228mila unità in più: pertanto con questi fondi sarà necessario pianificare ed organizzare sia la costruzione degli stessi che la loro messa in sicurezza.
A riguardo si è espressa anche Elena Bonetti, Ministra per le Pari Opportunità e la Famiglia, la quale ha sostenuto che in questo modo “il PNRR rende possibile un investimento storico per portare finalmente la copertura dei servizi educativi per l’infanzia al livello degli altri paesi dell’UE”.
Un’altra larga fetta dei fondi, ossia ben 800 milioni, saranno destinati alle nuove scuole innovative dei prossimi anni con l’obiettivo di far diventare le scuole più digitali e flessibili. Per questo, gli investimenti riguarderanno:
-la digitalizzazione delle amministrazioni scolastiche
-la trasformazione di oltre 100mila classi “tradizionali”, che diventeranno ambienti di apprendimento connessi
-la nuova direzione dei processi di apprendimento, che saranno orientati di più verso il mondo del lavoro
-la creazione di laboratori che siano tecnologicamente avanzati
-il potenziamento delle competenze STEM (scienze, tecnologia, ingegneria e matematica)
Il resto dei fondi invece sarà invece così distribuito:
-per la messa in sicurezza delle scuole sono stati stanziati 500 milioni
-per costruire e qualificare gli spazi da dedicare alle mense, per poter quindi permettere il tempo pieno e di ampliare l’offerta formativa, sono stati stanziati 400 milioni
-per potenziare le infrastrutture dello sport all’interno delle scuole, ossia le palestre, sono stati destinati 300 milioni.
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