All’inizio è tutto preistorico, è tutto assolutamente un’atmosfera assurda, storie di lava che si secca! Poi giganteschi temporali scaricano diluvi ininterrotti, sembra un cinema.
Delle meteoriti cadono dentro ai diluvi, i diluvi cadono dentro le meteoriti e l’atmosfera si secca.
E invece il Sole è bollente, è esplosivo.
Manda vento solare.
Lava secca dappertutto, vapore che esce dalla Terra desolata.
Vulcani.
Caldissimo…
Il Sole sembra che l’hanno incendiato, sembra che gli hanno dato fuoco nell’atmosfera e l’orizzonte è buio, la luce si fa sempre più debole. È la notte dei tempi, ci sono metano e ammoniaca a tutto spiano.
Sono venuti dallo spazio.
Ed è venuta da sotto una specie di anidride solforosa, c’è ossido di carbonio.
Piove.
Lo Spazio ha fatto venire tutto sulla Terra.
Succede che c’è ossidazione di metano, magmi residui, comete.
Le comete migliori sono uguali alle altre.
Nessuno è in grado di distinguerle, di dire questa cometa qui questa cometa là.
Il cielo è scotennato, è mitico, è da urlo.
Intanto i milioni di anni passano.
Quando è finito il temporale fa bello ma nessuno se ne accorge in quanto non è nato. Ma l’acqua è tiepidina, all’interno di essa degli atomi di carbonio nuotano con l’ossigeno, e il carbonio costituisce solo lo 0,0034 della Terra, il resto è fatto di altre cose che devono ancora diventare città.
Esiste poco.
Solo il carbonio l’idrogeno l’ossigeno e l’azoto che iniziano a fare qualcosa (vita) in modo inclinato e positivo perché è da esso che inizia il sempre bellissimo di qualcosa che è tutto l’universo umano!
Sì!
L’acqua faceva entrare e uscire molecole con la libertà tipica delle prime cellule che erano membranose, erano catene lineari di amminoacidi che non pensavano a nulla, erano senza un vero cervello nella distesa variegata della Terra di quegli anni.
Può darsi che è arrivato un meteorite pieno di amminoacidi.
Un muoversi assoluto di sacchettini di citoplasma è a dieci metri di profondità del mondo che incominciava a arrampicarsi verso l’adesso.
Con il mitico flagello ondulato dei pianetini sospesi in acqua andavano a incominciare la bellissima vita dell’universo.
Allora non c’era il buco nell’ozono perché non c’era l’ozono ma tantissimo sole incasinato di chimica antica.
E le cellule procariote stringevano un filamento di DNA dentro dove non c’erano raggi ultravioletti ma adesintrifosfato.
Le rocce erano qui, erano là.
Sotto l’acqua in ogni momento si scioglieva il glucosio, si dividevano i procarioti in due zone opposte della cellula, e ciascuna delle due era grande la metà di mezzo millesimo di millimetro, tranquillamente.
E c’era un rumore di sassi che cadevano in azzurrissimo, pressione elementare.
Le uniche notizie erano nozioni di fisica, protobiologia che diventa una star del momento universale e la solitudine potente del carbonio cercava vita.
Essendo tutto molto antico non si notava edificazione abusiva ma lo spazio prosperava in ogni angolo della fervorosa materia sfornata calda dalla brutale spinta dei vulcani sotterranei e nelle falde che si dischiudevano in coro.
Le cellule procariote facevano entrare, attraverso degli enzimi, carboidrati, grassi, proteine e zuccheri di ogni tipo nella membrana che le costituiva, e così c’era un’abbondanza di cellule che stavano tutte assieme in questo panorama elementare a navigare sospese sotto i pianeti del cielo.
Dappertutto il tipico rumore degli schianti della lava amplifica gli elementi su cui persiste sempre solfuro di idrogeno.
Dall’acqua che c’è emerge ossigeno e solfobatteri che estraggono carbonio dalla grande quantità di anidride solforosa presente sul territorio.
Arrivano i fotoni.
Entrano nelle cellule.
Carboidrati.
Clorofilla.
Gli oceani pieni d’acqua lasciano spumeggiare delle alghe che sono di colore verde e di colore azzurro, che fluttuano nella lunghezza primitiva e puzzolente di quasi nulla, sulla roccia. A dieci metri dalla superficie che così si vede diventa verdastra con il tempo.
La liberazione dell’ossigeno è totale. Avanza moltissimo ossigeno anche alle stesse cellule che così lo lasciano ossidare un po’ ovunque dove c’è ferro, silice ed altro tipo di polvere formata.
Lì tutto quanto è di colore rosso.
Ci sono formazioni striate di ossigeno vecchio di 3,5 miliardi di anni fa così e tipo ancora delle alghe che cambiano con il passare dei miliardi di anni sotto il mare che è immobile visto dall’alto della luna che si è allontanata e diminuisce le maree.
Di fuori sopra non si vede nulla.
Le alghe si scatenano hanno forme di tutti i tipi, 1500 e ancora di più di 1500 forme a sfera, a bastoncino, a virgoletta, alterando con il loro essere diverse il DNA della vita piena zeppa di ossigeno all’incominciare spaventatissimo dell’universo. Può darsi che dentro l’argilla silenziosamente un montaggio biochimico è iniziato ma può darsi anche che c’era molto grasso, fosfolipidi smossi dal moto ondoso che hanno dentro un’energia acida all’interno di se stessa, che si moltiplica.
Un’orgia.
Protoni.
Ambienti protetti e privilegiati.
Fotosintesi. Attorno intanto anche i pianeti si davano da fare, c’era la Luna che girava uguale a adesso ma più vicina alla Terra e le costellazioni e l’aria che c’era in giro era piena di gas velenosi. Mah, 1,3 miliardi di anni prima di oggi le radiazioni ultraviolette arrivano giù dal Sole una dietro l’altra ma molte rimbalzano contro lo schermo di ozono che sulla Terra passetti passetti si sta creando a furia di ossigeno mandato nell’aria dalla cellule, primitive, nel mare.
Allora con tutto questo ossigeno delle particolari cellule incominciano a respirare molto, e la Terra è piena d’acqua dove galleggiano cosi viventi che adesso non ci sono proprio più. Si formano due tronconi, due pezzettoni di mondo puri duri e muti e c’è un colore più viola del solito, che dura millenni nell’aria.
Tutte le cellule sono diverse.
Sono come delle salsicce che nuotano.
Sono come degli elicotteri preistorici.
Sono come cartoline di vita piccolissime, che si trovano nel mare.
Sono come dei cassettoni dell’immondizia subacquei.
Sono come cucchiaini con la febbre.
Sono come portiere della macchina viventi.
Sono come fazzoletti con i tentacoli.
Sono lattine di DNA.
Sono monetine chimiche veloci.
Sono dinosauri di un milionesimo di millimetro. Dentro hanno vacuoli, ribosomi, mitocondri.
E’ tutto molto molle, all’inizio della vita nell’universo.
Le nuvole sono grosse, grossissime sopra il mare e le molecole di 02 salgono in mezzo alle onde in alto diventano 03 mentre delle comete passano nello Spazio e tornano indietro.
Nel mare delle cellule fanno un odore che delle altre cellule sentono, e le detestano le vogliono ammazzare nelle vibrazioni dell’ambiente liquido, oppure si infastidiscono per la luce, e vanno via. Il mare la vita è un traffico infinito sotto è l’ora di punta della vita che nasce.
Ci sono le amebe.
Esse, sono come dei ponghi biologici slogati, tipo cartoni animati russi Anni Settanta del primo pomeriggio su Rai 1.
Vanno a casaccio, fino a che non trovano certi corpuscoli viventi, abbastanza tutto sommato piccolini. Quando trovano uno di questi corpuscoli abbastanza piccolino, le amebe in modo istintivo sanno tutto quello che devono fare. E si stendono come un fantasma sapiente che si allarga e circondano di se stessi il bellissimo corpuscolo dappertutto, con la chimica di cui sono fatti, in un battibaleno
lo trasformano in riserva d’energia.
L’ameba, è come un’ombra cinese piena di acido, è proiettata nel mare.
Intanto ci sono questi cosi che non sanno se sono un animale o una pianta, nessuno glielo ha e vanno si muovono come un diesel sfegatato verso tutta l’illuminazione solare.
Sono affari accennati, sono le euglene.
Esse hanno una specie di bocca, hanno una specie di occhio.
Digeriscono i corpuscoli e fanno la sintesi clorofilliana.
Il mesenchima, è una specie di gelatina o colla di pesce sciolta calda.
E’ una pappetta che si è formata durante le prime prove della vita.
Spopola nel corpo delle spugne di 700 milioni di anni fa.
700 milioni di anni fa le cellule si mettevano assieme a fare una specie di caseggiato di biologia moderno.
Un caseggiato che continuamente nel mare mangia corpuscoli.
Li trasforma in elementi divorati dai flagelli.
I flagelli sono nelle pareti interne, trasformano le particelle organiche risucchiate dentro la spugna in qualcosa che delle cellule ameboidi portano in giro per il complesso, a darle energia vitalità modo di affrontare i problemi evolutivi che non si evolve attraverso i secoli affatto.
Una spugna in fondo in fondo al mare è un mettersi assieme delle cellule con comodo, per continuare la vita sulla Terra, cercando un modo di riuscire a esistere per il tempo che riescono a farlo. Essa spugna produce cunicoli, pori, strutture di DNA molto interessanti e oggi infatti esistono circa 10 mila varietà di spugne che hanno forme di tutti i tipi.
Colori di tutti i tipi.
Atteggiamenti di tutti i tipi.
Nascite e morti di ogni tipo.
Silice, calcio.
Dentro la spugna se vieni risucchiato è un pozzo da cui non si può uscire vivi, ma spugna a tua volta rimani a essere mosso dalle correnti marine mentre il livello esterno di ossigeno si attesta attorno al 7 %.
Dei vulcani eruttano tutto e così ci sono isole raffreddate lentamente.
Nel mondo si costituiscono molte zone di terra ferma.
Se tu una volta dividi una spugna in tanti pezzetti ciascuno di essi ossessivamente forma una nuova spugna è la vita.
Ogni pezzetto prende il suo posto ricostruisce una casa dove ci sono sempre tuboli, cunicoli, camere e condotti.
La spugna infatti per mantenersi filtra acqua primordiale, e spesso è sessuale al suo interno in quanto ha delle parti che sono femmine, delle parti che tutto sommato sono maschie.
Le parti maschie vanno in giro per la conformazione della spugna cercano le parti femmine.
E non si fermano fino a che non le trovano e quando le trovano entrano a aumentare tutti assieme il numero delle spugne formate.
Quando è nata, una larva di spugna c’è è felice aumenta di volume fino a che dolcemente la corrente la porta oltre i bordi del sistema di chiusura della spugna in cui è nata superando le contrazioni dell’osculo dell’apertura verso l’esterno fino a quel momento si affaccia alla vita autonoma per incontrare altre spugne per andare incontro al suo destino.
Così essa vaga per il mare ma ha in testa di fermarsi e formare a sua volta una nuova spugna come tutte le altre spugne è sicura anche in quei giorni o millenni. Questo, è l’inizio dell’universo.