Ecco una discreta anafora di situazioni da cui dovremmo liberarci. Tutti. Primo, perché ci assillano le giornate, e secondo perché a PASSAPAROLA ho imparato la parola anafora e mi scappava di usarla.

Liberi tutti dai datori di lavoro bastardi.

Un medico aveva detto a un mio amico di non esagerare coi caffè, tipo: massimo quattro al giorno. Be’, lui ha seguito il consiglio ed è stato licenziato. Ok, faceva il barista, e allora?

Liberi tutti dall’ossessione del prezzo del petrolio.
Calmiamoci. Sta diventando una vera psicosi, una paura irrazionale. Anche perché quanti saranno mai quelli che usano ancora ‘ste lampade a petrolio?

Liberi tutti dagli happy hour.
Tempo fa ho conosciuto una tipetta molto carina, che dopo qualche drink mi ha chiesto se sapevo fare le punturine sul culetto. Ho pensato fosse una di quelle un po’ perverse che vogliono giocare al dottore e le ho detto di sì. 
Scemo io: sono tre anni che vado due volte al giorno a casa sua per fare le iniezioni a suo nonno.

Liberi tutti dai pregiudizi.
Io da giovanissimo volevo fare lo stilista di alta moda o il coreografo, ma sono stato discriminato in quanto eterosessuale: e questa è una vergogna.

Liberi tutti dall’arte moderna.
Ho conosciuto un pittore di quelli astratti: la sua tecnica consiste nel far sgocciolare dei barattoli di vernice. Il problema è che lo fa sui miei panni stesi, dal balcone sopra il mio. Potete vedere la foto delle mie mutande sul mio blog.

Liberi tutti da ogni confine.
L’altra sera sono stato con una norvegese, anche se nessuno dei due parlava la lingua dell’altro. Dopo una ventina di minuti che facevamo all’amore mi sono reso conto che ci capivamo alla grande lo stesso… e così ho mandato via l’interprete. 

Liberi tutti dai gadget per animali.
Capisco gli ossi finti, i cappottini e le brandine ad hoc, ma mi fermo lì. L’altro giorno sono andato a trovare una coppia di amici: ho trovato il loro cane che giocava con un bambino di peluche.

Liberi tutti dall’esterofilia.
Io non sopporto quelli che nei discorsi ci infilano un sacco di parole inglesi tipo: software, meeting, marketing, shopping, gossip… E a Milano ancora ancora si ragiona: ma voi provate ad andare a Londra!

Liberi tutti dallo stress.
Vado in analisi perché non ho problemi psicologici. Lo so, se uno va in analisi senza avere problemi psicologici è matto. Per questo ci vado.

Liberi tutti dai colpi di fulmine.
Ho comprato la mia quinta casa: bella, in centro, con giardino e box auto. Il fatto è che mi piace una ragazza che prima faceva la barista, e io per andare a trovarla mi bevevo anche 12 o 13 caffé al giorno. Ora lavora in un’agenzia immobiliare…

Liberi tutti dalle mode.
Ho un amico che da quando aveva 13 anni diceva: “Vorrei farmi un tatuaggio, però poi ti dura tutta la vita e non è facile trovare qualcosa che ti rappresenti per sempre”. 
Ora ha 40 anni, ha deciso che tatuaggio farsi: si è fatto tatuare la scritta “Vorrei farmi un tatuaggio, però poi ti dura tutta la vita e non è facile trovare qualcosa che ti rappresenti per sempre”.

Liberi tutti dalla schiavitù della tecnologia.
Si stava meglio quando si stava peggio. Devo cambiare il mio televisore ultrapiatto che tengo appeso al muro: è così sottile che l’altra sera ho visto Bruno Vespa con una macchia di umido in faccia.

Adesso scusate, ma devo andare: ho parcheggiato così lontano che sono ancora rintronato dal jet-lag.


Mr. Forest


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Smemoranda 2007


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