FROM MICHELEFORESTA@ITALY.IT
TO JOHNLENNON@PARADISE.COM
Caro John,
Mi permetto di farti qualche appunto solo perché sennò che amici siamo?
Da un po’ mi sono convinto che l’immaginazione, per avere un senso, debba essere il motore dell’azione. E quindi tu non puoi scrivere una stupenda canzone come Imagine, anelito a una vita migliore, e contemporaneamente dire “imagine all the people living for today, cioè più o meno “immagina che la gente viva al presente”.
Perché l’immaginazione, come diceva François Piton, è “movimento nel tempo, prospettiva, scorribanda: è la negazione della gabbia del presente, è la capacità di creare e di percepire il divenire, è la chance che ci dobbiamo dare”.
E il fatto che François Piton non esista e me lo sia solo immaginato non è un buon motivo per dargli del pirla.
Lo so pure io che non conviene vivere con “un mondo di palline nascosto nella testa”, come cantava Jannacci, e che, ragazzo mio, sarai uomo “se riuscirai a sognare senza che il sogno sia padrone”, come scriveva Kipling.
Ma c’è un’altra possibilità.
Non so come la pensi tu, John, ma una cosa è la fantasia e un’altra è l’immaginazione. Quel visionario catalano di Gaudì, per esempio, diceva: “Io ho immaginazione, non fantasia”.
Insomma, chi immagina, in qualche modo le cose le vede, non le spara così alla cazzo.
Mi viene in mente il professor Crastaing di Messieurs les enfants e il suo monito ossessivo: “Immaginazione non significa menzogna” (scusa, questa era l’ultima; mi si è accesa la spia delle citazioni, sono in riserva).
Anche perché l’immaginifico non resta per sempre sulle nuvole, prima o poi diventa musica e architettura, medicina e tecnologia, risolve e crea problemi, entra nel mondo e lo trasforma.
Io ci ho provato, John, nel mio piccolo. E ho prodotto cose per rendere più sopportabile la quotidianità.
Vado a dimostrare. Per chi è costretto a guidare con gli occhiali, e trova questo molto fastidioso o poco sexy, ho concepito un’auto con parabrezza graduato. Invece per chi vuole evitare di pestare gli escrementi dei cani sui marciapiedi, ho realizzato un prototipo di scarpa dotata di microchip e rilevatore satellitare che individua la materia organica e avvisa il soggetto che così può cambiare rotta.
Certo, la persona interessata se lo vuole può sempre schiacciare la merda, che porta bene, ma lo fa scientemente e non in modo accidentale.
E ultimo, ma non ultimo, ho inventato una sorta di farmaco che ci farà riappropriare del nostro tempo. Quante attività richiedono ore e ore? File alle poste, traffico, tentativi di far ripartire il computer impallato…
Ma la fondamentale causa di perdita di tempo sono i preliminari, che io sinceramente rimanderei a dopo l’amore, quando uno è più sereno e rilassato e se li gode meglio.
Di qui la mia idea: una pillola che, una volta ingerita, rende fosforescenti i punti erogeni: uno al buio li trova subito e fa risparmiare un sacco di tempo a se stesso e al proprio partner.
E ancora: gli avvocati di tua moglie ti tartassano con gli alimenti? Chiediamo ai radicali di fare un referendum contro i divorzisti.
Sei ricco e antipatico? Compra auto di gran lusso con la vernice già graffiata. Certo, le paghi un po’ di più, ma almeno sei sicuro che non te le rigano.
Ricevi telefonate anonime da una donna che ti rivolge parole oscene? Fa’ mettere il telefono sotto controllo, e scopri chi è la responsabile. E poi sposala di corsa.
Altra intuizione, John: non proprio l’immaginazione al potere, ma una politica più costruttiva e meno rissosa. Per simboleggiare questa mia speranza mi sono fatto tatuare l’effige del nostro premier su un gluteo e quella del leader dell’opposizione sull’altro. Entrambi hanno il braccio proteso, così quando stringo le chiappe ho la sensazione che si diano lealmente la mano.
Questo è il futuro per me, John, questa è immaginazione. E tu che hai scritto canzoni formidabili lo sai: “Chi non ha immaginazione, si perde delle cose inimmaginabili”, come diceva Leonard Coen o Laura Pausini, non ricordo bene.
Adesso devo proprio salutarti: ho lasciato in macchina il mio alano in calore e se non torno subito inizia a molestarmi tutti i peluche.
Ciao amico John, avvisami se non ti è arrivato l’allegato e salutami Bob Marley, Freddy Mercury e Michael Jackson.
A presto.
Michele Foresta