Confusione, polvere, nebbia

di Gabriele Salvatores su 16 mesi - Smemoranda 1994





Amici e nemici… confusione, polvere e nebbia… 
Se l’amicizia è una casetta calda in cui rifugiarci, allora è meglio la solitudine, meglio l’odio o l’amore che portano gioia, dolore e rabbia. Meglio il “grande freddo” che c’è lì fuori, nel mondo.
Confusione… “Quelli che erano amici sono diventati nemici e quelli che erano nemici sono diventati amici.” (Mediterraneo)
“Quando capisci che i tuoi amici potrebbero essere i tuoi peggiori nemici e viceversa i tuoi nemici potrebbero essere amici… allora passi davvero dall’altra parte.” (Puerto Escondido)
Quante bandiere hanno cambiato colore? Quanti hanno cambiato nome?
Nebbia… Bisognerebbe cambiare il proverbio e aggiornarlo: “Chi trova un nemico trova un tesoro”.
Ci indignamo… ma chi sono quelli con cui ci dobbiamo incazzare? Per favore indicateci chiaramente chi dobbiamo odiare. Tutta una classe politica non ci basta: sono troppi, con idee e facce troppo differenti e si confondono nella nebbia…
Polvere… La polvere di strade sterrate in giro per il mondo. Un indio Huichole in Messico. Passiamo un’intera notte a cercare il sitio, il posto amico dove puoi riposare e il posto nemico dove sei scomodo, stai male e provi paura.
Provate a farlo nella vostra stanza esplorando centimetro per centimetro il pavimento: c’è solo un sitio, un posto amico e tanti posti nemici, ma uno è più nemico degli altri e vi si rizzeranno i capelli in testa se lo troverete.
E’ un buon esercizio e può essere utile per trovare il posto dove fermarsi a vivere o la sedia su cui sedersi intorno a un tavolo. Cuba…
Un amico italiano, sindacalista con un esaurimento nervoso alle spalle, ci capita per caso. Ora ci vive da sette anni in una piccola casa con una moglie cubana e un bambino… “Perché ti sei fermato qui?” gli chiedo.
“Perché da qui, in quest’isola stretta d’assedio, sono tornato a vedere chi sono gli amici e chi sono i nemici, chi sono gli indiani e chi sono i cow-boys, e ho deciso di stare con gli indiani”. Ora sta bene e l’esaurimento è solo un ricordo. Nel deserto di Real de Catorce, in Messico, il mio amico Huichole mi parlava di alleati e nemici: “Tra le piante che vedi qui puoi trovare il tuo alleato, uno soltanto, lui ti farà vedere e comprendere cose fondamentali… un alleato non è un custode, né uno spirito. E’ un aiuto. Ti può trasportare ai confini di te stesso… Con lui puoi affrontare i nemici…”
Amici… Perché non proviamo a chiamarli “tribù”? Tutto diventa più chiaro: anche chi sono i nemici…
“Non posso tornare a mani vuote al mio villaggio“ rappano gli Assalti frontali, e più avanti, in questa canzone dedicata a una ragazza tossicodipendente: “Tu sei così speciale, vederti lasciarti andare è un delitto tale, un’altra notte diventa mattina. Per istinto ti cerco non vorrò niente in cambio se non vederti splendere come una goccia di sole. …Perché sei una di noi, una di noi, sei una di noi”. 
La canzone si chiama Gocce di sole. 
Sentitela: parla di un sentimento più complicato dell’amicizia… la solidarietà.


Gabriele Salvatores


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Smemoranda 1994


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