Sogno… Tante volte mi è stato chiesto, “e il tuo sogno?”: non ho mai trovato le parole giuste per rispondere, ho troppo rispetto per il sogno.
È una parola spettacolare: come amore, amicizia, famiglia. Tutti noi iniziamo a sognare da piccoli, da quando scopriamo i giocattoli: parte tutto da lì. Da una bambola o da un pallone, da un libro o da una canzone. Poi lo studio, la professione, gli hobbies, la famiglia. Parte tutto da quando iniziano a chiederti: “che cosa vuoi fare da grande?”. In quel preciso momento la nostra mente, i nostri pensieri e le nostre emozioni iniziano a muoversi, arrivando sempre più lontano, in posti e in luoghi fantastici. Da quel momento si parte per rendere possibile l’impossibile, per trovare nel sogno la realtà.
Il mio sogno è sempre stato questo: riuscire a giocare con i signori delle figurine e, da bambino, avrei barattato tutta la vita per scendere in campo con loro. Li ritenevo grandi persone perché credo che un calciatore sia il riassunto di tutto quello che è fuori dalla partita. Il gioco è l’essenza della vita. In novanta minuti di adrenalina c’è dietro “la vita”: ci sono gioie e dolori, ci sono gli insegnamenti della famiglia, il tempo passato con gli amici, l’amore per una donna; ci sono delusioni e rivincite, forza e sconforto, ci sono tutte le emozioni provate prima o immaginate per dopo. E ci sono I sogni: che uno ha e che vuole raggiungere.
Per raggiungere l’inizio del sogno ho fatto tanta strada, tanti sacrifici, o forse dovrei dire scelte. Le ho dovute fare perché quando decidi di imboccare questa strada devi lasciare presto gli amici, la famiglia, la casa, le cose normali della tua età. Devi avere la fortuna di trovare una ragazza che ti segue e, quando arriva la sera, mentre gli altri vanno in giro a far baldoria, tu sei lì a riposare, stai a casa come un vecchietto e ti ripeti “lo faccio perché quando sarò chiamato in campo devo dare tutto me stesso”.
Questo sport, questo gioco, non è solo fisico, o piedi buoni, o talento naturale. È fondamentale allenare la mente, evolversi come persona, prepararsi a pressioni enormi e per questo lo studio e la curiosità nel conoscere e apprendere sempre cose nuove, per riconoscere il giusto dallo sbagliato e sopratutto per ragionare anche in momenti nei quali i fatti vanno più veloci dei pensieri… Sognare è spettacolare, fondamentale, è un movimento continuo della mente, dell’immaginazione, della reattività. Sognare aiuta a raggiungere il futuro, ad alzarsi la mattina per andare a scuola o al lavoro, per portare avanti una famiglia, per dare ai figli il domani che meritano. Sognare è pensare positivo, è l’unica cosa che ti aiuta nei momenti difficili. Solo sognando domani sarà un giorno migliore.
Quando mi sono rotto il ginocchio, nel gennaio 2010, credevo di sprofondare, credevo che non sarei più tornato come prima. Credevo che non sarei più stato all’altezza e avevo appena accarezzato la serie A… Invece ho trovato la forza che mi spingeva ogni giorno ad alzarmi dal letto per andare in palestra a fare fisioterapia, per ricominciare a sentire il ginocchio, le gambe, il fiato, il battito del pallone sul piede, l’odore del campo, il rumore dei compagni, le urla dell’allenatore, gli applausi dei tifosi. Quando l’infortunio è diventato solo un ricordo mi sono chiesto: “Andrea, come hai fatto?” Niente di strano: non ho mai smesso di sognare.
p.s.: anche tu, cara “Smemoranda”, eri un sogno; e oggi sono qui….