Di banale non c’è nulla

di Finley su 16 mesi - Smemoranda 2017





Nasci.
E lo fai perché due persone hanno avuto la libertà di concepire una nuova creatura.
Ti sembrerà scontato, ma non è una libertà che tutti posseggono.
Poi si comincia… tocca a te!
Cominci a muovere i primi passi e ti senti libero di camminare, di raggiungere qualsiasi luogo dal tinello al bagno.
Inizi a parlare e come per magia hai la libertà di poter dire qualsiasi cosa. Almeno per un po’.
Vai a scuola e anche se a volte ti sembra di stare a Guantanamo inizi a comprendere quanto l’istruzione sia una libertà che non tutti nel mondo possono permettersi. In un batter d’occhio, hai 18 anni. Che traguardo straordinario.
Ora sei libero di scriverti le giustificazioni da solo e puoi finalmente conquistare la tanto agognata patente: non un rettangolo di plastica qualunque, ma uno di quelli che ti fa sentire la persona più libera sulla faccia della terra.
Trovi un lavoro – miracolo – arriva il primo stipendio e dopo aver messo da parte qualche spicciolo decidi di andare a vivere da solo.
Da adesso in poi potrai ingurgitare junk food in orari da coprifuoco, buttare vestiti sporchi in giro e osservarli prendere vita, giocare a jenga con le pile di piatti nel lavello e aspettare che il sole tramonti prima di sollevare le palpebre.
Fino a quando non trovi una compagna con la quale, se vi sentite entrambi liberi, potete decidere di concepire un altro essere umano.

E la storia riparte dal principio.
Lo sappiamo, starai pensando: “Che noia questa storia. Così ripetitiva, così cinica, così banale.”
Eppure di banale non c’è nulla. Non c’è nulla poiché tutte queste libertà che, legittimamente, crediamo di meritarci per molte persone nel mondo non sono minimamente contemplabili.

Qualche giorno fa abbiamo ricevuto una lettera da parte di Smemoranda. Recitava: “Ragazzi, quest’anno tema libero, scrivete ciò che vi pare.”
Potrà sembrarti poco, ma questa è una delle più grandi libertà che abbiamo. Scrivi liberamente, pensa liberamente.
Chi può farlo e non lo fa, non sa cosa si perde.

 


Finley


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