Dove corri, Vincenzo Voyager?

di Giuliano Aluffi su 16 mesi - Smemoranda 2005





Un messaggio vola attraverso città e campagne. Approfitta dell’offerta SuperPhone! Per ogni ricarica avrai 100 SMS gratis! Da: ServizioTel <555555>
“Non so se ti amo, Vincenzo, non lo so”. Ecco cosa ti sta dicendo Fanny, amico mio. Le sfiori i capelli tradendo agitazione e lei continua: “Io con te sto bene, ma…”.
Hai già sentito tanto, Vincenzo, troppo per il tuo cuore diciottenne affollato di misteri strani e intensi che ti salgono in gola: lei ti sta facendo male! Così le volti anzi vai via talmente veloce che le hai già voltato o addirittura le voltasti le spalle, e lei rimane lì in un punto biondo del tempo a interrogare i suoi desideri. Vedi, io ti capisco: devi costruirti una corazza di distanza e silenzio per schivare altri colpi. Ma quanto corri, Vincenzo, quanto! Proprio come l’inarrestabile sonda Voyager fuggi dall’umanità, superi Plutone e schizzi verso le stelle a cinquantamila chilometri orari, ultimo testimone di te stesso e dei tuoi travagli d’amore. Sei così avvolto attorno al nocciolo ferito del tuo cuore da scambiarlo per il mondo. Ciò che ti circonda perde importanza, delle case e della strada restano soltanto linee, contorni sommari, parole sempre più vuote: “postino”, “taxi”, “negozio”. Giuri a te stesso che non amerai mai più, e la tua voce ha il suono di un foglio che si accartoccia…
Ma un BIP ti richiama da universi che pensavi perduti: ti è arrivato un messaggio – un nuovo messaggio! – e quindi et voilà la città riprende all’istante il suo concerto di profondità variopinte. Le tue cupe certezze si dissolvono e si srotola a fisarmonica, come una ghirlanda di omini di carta, il formidabile esercito delle possibilità: chi ti avrà scritto? Frughi nello zainetto e peschi il cellulare con l’espressione di Artù quando estrasse la Spada. Magari è Fanny dai grandi occhi grigi, chissà, forse ti chiama perché hai frainteso. Potevi lasciarle finire il discorso, no, Vincenzo?
Ma tu, Vincenzo Voyager, hai fatto bene a scappare: devi esagerare ogni reazione, è il felice e disperato obbligo imposto dalla tua giovinezza, che in fondo è solo un’infinita riserva di stupore. Ti vedo, armeggi con il menu del telefonino e sei curioso. Più di un annuncio di speranza, ti ha raggiunto la speranza stessa: è tutto quel che hai qui ora. Non hai ancora letto il messaggio, e chissà se è quello che aspetti oppure no. Potrebbe essere banale pubblicità SMS. Ma la tua euforia può durare per sempre, e sai perché? Perché sei in un racconto, Vincenzo, e nella fotografia che lo chiude ti aggrappi al tuo mezzo sorriso nuovo e ci salti sopra con le scarpe da tennis fino a confonderti coi colori del cielo, mentre le foglie quaggiù girano in cerchi e vortici. Respira profondo, pensa che Fanny ti ami ancora. Sentirai un vento che ti prende dentro e fuori fino a non farti capire più niente, e alla fine ti ritroverai così, un po’ triste e un po’ allegro come solo tu sai essere in mezzo a tutta questa vita che passa trafiggendoti il cuore con una risata leggera.


Giuliano Aluffi


Vedi +

Smemoranda 2005


Vedi +