Volpe, assurda signora della terra
senza tentacoli né prede
con il solo fogliame della bugia
madre che non hai mai dormito
sapresti darmi la vellutata immagine
di una donna che non è mai sazia di vento
e che corre da un posto all’altro
come se avesse un vicolo nel cuore
ho dato le mie chiavi a due miei esercenti
perché le commutassero in olio
perché fossero messe in una fonderia
e diventassero un santo legame
un fiore da matrimonio
ma anche il vento ammorba le volpi infelici
e le squarta in un attimo lasciandole in un bosco
preda di antichi sciacalli.
Addio povera volpe ignuda
che hai tanto amato e tanto sofferto
ma la donna che è passata di lì e ti ha visto morire
ha solamente sorriso.
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Il giorno prima del matrimonio io ho perso tutte le vesti
in un angolo oscuro della casa.
Sembrerà strano ma la novella sposa viene rivista da tutti i parenti
prima dell’accensione poi viene arsa viva in nome della passione.
Un matrimonio ebbro di misura
così lontano da sembrare un letto
un figlio che non ha risentimento
e una parola che diventa ghiaccio.
Così è stato il mio amore che mi ha segato tutte le giunture.
Però all’ultimo amante benedetto
ho fatto una domanda pretestuosa dove abbia senno degli dei
e la crocefissione del talento
lui mi ha risposto che le nove muse tendono l’arco
a tutti i tradimenti.