Mi chiamo Federica Gasbarro: sono un’attivista per il clima e studentessa in scienze biologiche.
La mia avventura è iniziata a metà del 2018, quando ho deciso di non aspettare di diventare scienziata per dare il mio contributo. Non sapevo bene come e quando ma una cosa era certa: non sarei rimasta a guardare.

All’epoca ero attiva su Instagram some “content creator”, mi concentravo su moda e viaggi. Ho pensato allora di diventare io stessa un veicolo di messaggi importanti… così ho iniziato con le climate pills. Post e stories nelle quali parlavo di clima, fotomontaggi  creativi e altro.
Di lì a poco, a fine gennaio, ho scoperto il movimento di cui avevo sentito parlare: Fridays for Future era arrivato anche nella mia città, così ho cercato di capire di cosa si trattava. La prima volta eravamo dieci o quindici persone, sembravamo un gruppo di amici, più che dei manifestanti.
Da quel momento ho dato la mia disponibilità e così – giorno dopo giorno, tra risate e soddisfazioni, lacrime e sacrifici – sono arrivata a conoscere Greta Thunberg, a contribuire all’evento in cui ci è venuta a trovare e in pochi mesi siamo arrivati a duecentomila studenti in piazza solo nella nostra città: spaventoso!
Al tempo stesso però cresceva in me l’esigenza di portare soluzioni scientifiche concrete… Un’esigenza che ha trovato risposta nel mese di luglio di quell’anno: il segretario dell’ONU apriva la possibilità di prendere parte al Vertice sul clima a settembre a cento giovani in tutto il mondo che avrebbero presentato soluzioni per risolvere l’emergenza climatica.

Ho sentito un brivido percorrermi la schiena. Ci ho messo parecchio a compilare il form e alla fine l’ho consegnato con speranza e rassegnazione: sapevo che si trattava di una selezione quasi impossibile. Ad agosto, però, è arrivata la mail tanto attesa: ero stata convocata dalle Nazioni Unite per partecipare al primo summit dei giovani a New York!
Mi sono resa conto di essere giovane in un momento in cui le autorità mondiali hanno bisogno di noi.
Ho affrontato quei giorni con grinta e gioia e ho presentato il progetto che mi è valso la vittoria: si tratta di un fotobioreattore a microalghe – essenzialmente un acquario con delle alghe dentro che oggi è sfruttato per altri scopi ma che per la prima volta, in Francia, è stato sperimentato per assorbire CO2 – un progetto poi accantonato e mai più ripreso. Così ho detto “bene, diamogli una seconda chance!”.
Al ritorno dal viaggio da New York ho iniziato a girare l’Italia e l’Europa per parlare di clima, ho continuato a partecipare alle manifestazioni e a darmi da fare. Ho avuto il privilegio di essere ospite nelle principali TV italiane per parlare del problema e avere spazio per un discorso durante il concertone di Capodanno in Piazza Duomo a Milano! Infine, grazie alla borsa di studio della fondazione di Mike Bongiorno, il mio progetto potrà passare a una fase più sperimentale. Ah! Ho avuto anche la possibilità di scrivere un libro* per raccontare la mia esperienza e divulgare la mia ricerca.

Perciò, sì, io credo in noi giovani. Abbiamo energie e risorse scientifiche e tecnologiche. I nostri nonni hanno combattuto per darci un paese libero. Noi dobbiamo lottare per una battaglia dal prezzo ben più caro. In ballo ci sono la nostra vita e la possibilità di lasciare ai nostri figli una casa.
Dobbiamo studiare e cogliere ogni occasione per mettere in campo le nostre IDEE, ognuna merita di essere sviluppata e inseguita. Non c’è nulla che non possa essere raggiunto.
Noi possiamo, fine della storia. In questo consiste la vita.


Federica Gasbarro


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