Fine di una storia (Startless stories)

di Mr. Forest su 16 mesi - Smemoranda 2010





“Stamattina mi sono perso mentre facevo jogging… ed ero sul tapis roulant!” 
No… come inizio di una storia che vale la pena di essere raccontata non va bene.
Ecco il tipico dramma del foglio bianco, è proprio vero: la difficoltà nel raccontare una storia è tutta nell’inizio. 
A volte, a casaccio, ti esce una bella frase iniziale e poi la storia viene da sé, come è capitato al mio collega Dante con “Nel mezzo del cammin di nostra vita…” e a Manzoni con “Quel ramo del lago di Como…” ma io non ho mai avuto fortuna con gli incipit quindi proverò a raccontarvi una storia incredibile ma dalla fine.

“… E così Capitan Findus morì… ma, come da suo testamento, fu subito impanato per cui rimase per sempre dorato e croccante nei nostri cuori.” Fine.

No, forse troppo sentimentale… Meglio questa, cioè: 
“… E così dalla sabbia raccolsi una conchiglia e la portai all’orecchio. Voi non ci crederete, ma era una spiaggia così cara ed esclusiva che per ascoltare il mare ho dovuto pagare lo scatto alla risposta.” Fine.

No, troppo triste… Meglio questa, più istruttiva, ovvero: 
“… E così l’uomo, vittima dei vigili urbani, si prese la rivincita perché il giudice stabilì che l’imputato era sì alla guida in stato di ebbrezza, ma che per le altre macchine non era assolutamente un pericolo poiché egli per prudenza aveva deciso di guidare sul marciapiede”. Fine

No, neanche questa va bene, bella ma troppo di denuncia. Allora meglio questa, ossia:
“… E così lo psicologo, incaricato di andare in una scuola a risolvere il problema del bullismo, non appena arrivò fu picchiato da uno psicologo più grosso di lui”. Fine

No, questa non va bene non vorrei che il Ministro della pubblica istruzione mi togliesse il saluto. Allora questa: 
“… E così l’uomo che per 40 anni aveva preso la pensione d’invalidità come non vedente, quando fu beccato a guidare un motocarro, si salvò con una genialata dichiarando: credetemi, non sono io che ci vedo, è il motocarro che è bravissimo!”. Fine.

Bella ma non voglio parlare dei fatti di mio zio… Ho deciso, sceglierò questa:
“… E così la ragazza, per tutto il tragitto, continuò a zigzagare per schivare i misteriosi pini che le si materializzavano inspiegabilmente sull’asfalto. Solo quando si fermò al parcheggio si rese conto che si trattava soltanto dell’Arbre Magique che le dondolava davanti agli occhi”. Fine


Mr. Forest


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