Giuseppe Garibaldi, l’«Eroe dei Due Mondi», l’«Unificatore», il «Valoroso Combattente per la Libertà dei popoli oppressi», il primo grande socialista della travagliata storia d’Italia, sì, va bene, ma il Peppino musicista? Nessuno ha mai parlato della sua passione per il Blues campagnolo! Eh no, cazzo, Garibaldi è stato il primo grande Bluesman nella storia moderna: due anni fa ero in vacanza alla Maddalena, stravolto dal caldo torrido entro in un piccolo bar e noto un vecchietto che tazzava birra e gazzosa, parlava da solo e, di tanto in tanto, canticchiava un motivetto che si chiamava «Sweet home Caprera», era un Blues lamentoso e struggente, cominciai a sudare come Saronni al tappane dei 5 colli e poi gli domandai: «Scusu signoru, ma questu è un Blues, dove l’ha sentitu». «Mio nonnu, Peppino, su Eroe de’ du mondi, me l’ho cantava sempre, every night!!» Appresi con meraviglia che Garibaldi aveva un complesso nel 1852, Gary Bald e His Thousands, e che si esibiva nei locali sardi interpretando classici del repertorio Blues campagnolo. Seppi anche che la famosa storia della Sicilia non era proprio andata come raccontano i libri di scuola. Nel maggio del 1860 gli notificarono 5 date in Sicilia, organizzate dall’ARCI (Associazione Rivoluzionaria Circuiti Inesistenti), allora non c’erano sponsorizzazioni, la Muratti Music era illegale e i manifesti erano stampati a mano, la band si trovò così in crisi e soprattutto il concerto a Marsala fu un fiasco pazzesco, a Bronte ci furono incidenti con un gruppo di autoriduttori, e a Milazzo fu un concerto di cazzo! Demoralizzato e senza soldi Gary Bald sciolse il gruppo dei «Thousands» ed andò a fare il road manager con il bisnonno di Pino Daniele che interpretava del sanguigno Rock sudista. Ma la passione insana per il Blues del mitico Gary, procurò ancora tensioni ed incomprensioni tra lo staff dei musicisti napoletani, e il Nostro fu costretto ad emigrare negli States; lo ritroviamo con Bixio e Cherubini, Rattazzi e Mazzini in una band di musica salsa a Boston nel 1864, come supporter ad uno dei primi concerti di Dean Martin, un vero trionfo, cinque bis, ed un contratto trentennale con la CBS! Quelli sì che furono tempi indimenticabili! Ci furono serate in tutte le più grandi metropoli e nei più acclamati ritrovi di Las Vegas, al Caesar Palace incisero il doppio dal vivo «Italy or death» che ancor oggi rimane un fulgido esempio di Blues- Rock-Country-Reggae dai ritmi trascinanti e vibranti, fino ad oggi ha venduto milioni di dischi e Pertini ha ritirato proprio recentemente l’ultimo disco d’oro per l’attività di Gary Bald, italianfrom Caprera! Ma purtroppo anche il grande Peppino ebbe i suoi guai con la legge: al suo rientro in Italia, alla frontiera con la Francia, scoprirono tra le pieghe del suo giaccone rosso, (veramente bello!) ben 19 chili di erba messicana, nei suoi stivalacci consunti e pazzescamente maleodoranti si trovarono 4 etti di coca pura al 100% e a niente valsero le giustificazioni di Peppino che sosteneva l’uso personale di tutto quel ben di dio! ! Fu incarcerato nella prigione dell’Asinara dove conobbe Chuck Berry, i due santoni del Blues Rock tennero un leggendario concerto per i detenuti «Live at County Jail» che segnò il più sublime punto di fusione tra musica nera e Blues caprone di Caprera, poi il carcere fu chiuso, i Socialisti di allora erano per la linea dura, alcuni erano per la trattativa, morale della favola, ancora una volta, dopo anni di successi Internazionali, Gary Bald fu costretto a cedere al compromesso, e, nel 1878 lo ritroviamo a Popcorn, con un brano melenso e retorico “OH mine sun” che più tardi the King of Memphis rilancerà con successo in tutto il globo, ormai la vita di G.B. è agli sgoccioli, povero, abbandonato da tutti, quasi cieco da un occhio per un trip ingurgitato a stomaco vuoto, passa gli ultimi giorni a Caprera, tra atroci sofferenze (anche la sua donna, una gran bella donna, un poâ appariscente ma bella, Anitona, l’ha mollato da lunga pezza) riesce a comporre una quarantina di canzoni, poi il buio eterno. Ma il vecchietto del bar dice che Gary non è morto ed anzi sostiene che il bluesman maledetto vaga ancora per l’isola in cerca di Anita, che se la becca le fa una faccia gonfia di ceffoni…


Fabio Treves


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Smemoranda 1983


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